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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2013 alle ore 17:44.

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De Girolamo e Lorenzin: presto un decreto per vietare gli Ogm

Si annunciano tempi stretti per il provvedimento con cui l'Italia chiederà a Bruxelles di applicare il principio di precauzione sulle semine Ogm. In altre parole, il divieto di coltivare varietà biotech sul territorio italiano per possibile pericoli all'uomo e all'ambiente. Lo hanno confermato i ministri delle Politiche agricole e della Salute.
«Farò un decreto a tre firme per vietare la coltivazione di Ogm in Italia», ha annunciato la responsabile dell'Agricoltura, Nunzia De Girolamo che ha scritto ai colleghi della Salute, Beatrice Lorenzin, e dell'Ambiente, Andrea Orlando. «Credo la pensino come me – ha aggiunto – almeno a giudicare dalle dichiarazioni di questi giorni». Per la De Girolamo, tuttavia, il decreto esporrebbe l'Italia a una procedura d'infrazione da parte di Bruxelles. «Ma nei confronti della Francia, che ha bloccato le coltivazioni Ogm con un provvedimento simile – ha spiegato il ministro – Bruxelles non ha ancora avviato l'iter delle sanzioni».
Immediato il sostegno da parte della responsabile della Salute, Beatrice Lorenzin che ha parlato a margine di un incontro al Campus Bio-Medico di Roma: «Le semine di Ogm possono compromettere la biodiversità».
Anche Lorenzin, tuttavia, non ha nascosto le difficoltà di far passare il divieto a livello europeo. «È una questione aperta anche a Bruxelles – ha continuato il ministro – dove si sta studiando una nuova direttiva. C'è stata anche una sentenza della Corte di Giustizia europea favorevole alle coltivazioni biotech, ma è ovvio che dal punto di vista giuridico ci troviamo in un limbo e dobbiamo trovare le forme giuste per intervenire. Comunque bisognerà trovare una soluzione politica per dire chiaramente qual è la posizione dell'Italia, e da questo punto di vista c'è il mio pieno sostegno al ministro De Girolamo».
Le dichiarazioni sono state accolte con soddisfazione dalla Coldiretti e dalla Task force Liberi da Ogm che nei giorni scorsi hanno manifestato in piazza a Montecitorio per chiedere al governo di esercitare la clausola di salvaguardia. «Riteniamo che ci siano tutte le condizioni – sottolinea il presidente della Coldiretti, Sergio Marini – perché i ministeri interessati possano a questo punto concordare sulla firma del decreto sulla clausola di salvaguardia».
Critica, invece, la posizione dell'industria espressa da Assobiotec. «Da dieci anni – spiega il presidente, Alessandro Sidoli – sono pronti i protocolli per garantire la coesistenza tra colture tradizionali, biologiche e Ogm ma non escono dai cassetti di ministeri e regioni. I divieti alimentano il protezionismo a vanno in direzione opposta alla decisione del G8 appena concluso che ha avviato i negoziati per istituire un'area di libero scambio tra l'Europa e gli Stati Uniti. Un accordo dal quale si attendono milioni di posti di lavoro, almeno duecentomila nel nostro Paese».
Sono otto i Paesi europei (Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria) che hanno già adottato la clausola di salvaguardia per prevenire eventuali contaminazioni ai terreni. Sono cinque, invece, i paesi che coltivano 129mila ettari (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) con il mais transgenico Mon 810, l'unica coltura autorizzata dalla Ue insieme alla patata Amflora.

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