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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2013 alle ore 17:48.

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Alfano a Berlusconi: «Resisti». Il Pdl: condanna senza prove, «abnorme e surreale»

Passano solo pochi minuti dalla condanna a sette anni - con interdizione perpetua dai pubblici uffici - pronunciata dai giudici di Milano contro l'ex premier Silvio Berlusconi per il "caso Ruby" che subito si scatenano i supporter del Cav. Sulle barricate il pidiellino Lucio Malan, che attacca i magistrati: hanno pronunciato «Una condanna senza prove e senza reato contro il maggiore protagonista della politica italiana degli ultimi 20 anni é un vero attentato alla democrazia e allo stato di diritto che pone l'Italia tra i paesi con la democrazia a rischio». Tra i primi solidarizzare con Berlusconi, il vicepremier e segretario del Pdl. Angelino Alfano, che in una telefonata esprime all'ex premier «la più profonda amarezza e l'immenso dolore di tutto il Popolo della Libertà, per una sentenza contraria al comune senso di giustizia, al buon senso e peggiore di ogni peggiore aspettativa. L'ho invitato a tenere duro e ad andare avanti».

Brunetta: sentenza eversiva che fa paura
Non ha dubbi neanche il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta: «Questa sentenza fa paura - piega in una nota - non solo e non tanto perché cerca di assassinare moralmente e politicamente Berlusconi, ma perché mostra agli italiani in che mani sia oggi la giustizia. Quello contro il presidente del Popolo della libertà «é un atto eversivo dei principi di legalità e del buon senso, sproporzionato e inaccettabile, messo in piedi da una parte della magistratura, ormai apertamente e sfacciatamente politicizzata».

Gasparri: non subiremo inerti il tentativo di massacro
Il suo collega al Senato, Maurizio Gasparri, si dice invece «allibito dalle modalità del giudizio e dalla abnorme sentenza dei giudici di Milano. Oggi più che mai siamo con Silvio Berlusconi, denunciando la fase ulteriore di un attacco inaccettabile». «A colpi di sentenza - aggiunge - si vorrebbe demolire un nemico. Ma noi non potremo di certo subire inerti un tale tentativo di massacro. Che poi la sentenza abbia superato le già incredibili richieste dell'accusa la dice tutta sul clima in cui ci troviamo. Al nostro leader confermiamo il nostro sostegno, in ogni momento e per ogni decisione».

Gelmini e Schifani: giustizia anomala guidata da magistrati politicizzati
Altrettanto netta Maria Stella Gelmini, vice capogruppo vicario Pdl, che ritiene la pronuncia di oggi «un'altra pietra al monumento della magistratura come contro potere giudicante di chi sia titolato o meno a governare il nostro Paese. Berlusconi é, nonostante tutto, più forte di prima», mentre il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, la definisce «abnorme e surreale, con un colpevole e nessuna vittima». Una certa magistratura, sottolinea ancora l'ex presidente del senato, «é capace di negare anche l'evidenza pur di colpire l'avversario politico di sempre». Un'anomalia, questa, che «esiste soltanto nel nostro Paese, dove alcuni giudici, schierati sempre dalla stessa parte, provano a ribaltare il giudizio chiaro e inequivocabile di dieci milioni di italiani che si riconoscono nel presidente Berlusconi. E che non ne possono più di una persecuzione ingiusta e patologica».

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