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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2013 alle ore 17:45.
Correva l'anno 1963: i Beatles pubblicavano il loro primo Lp, la sovietica Valentina Tereskova portava il gentil sesso nello spazio, Martin Luther King pronunciava il famoso I have a dream. Ma soprattutto, in un'Italia il cui Pil italiano galoppava al ritmo "cinese" del 5% l'anno, le ruspe stavano ultimando una delle infrastrutture fondamentali del nostro Paese: l'autostrada del Sole.
Un altro mondo. In cui veniva emesso, il 1° luglio, un nuovo titolo di debito internazionale destinato a entrare nella Storia: l'eurobond, inteso come obbligazione europea (da non confondersi con il recente e ancora teorico eurobond inteso come obbligazione del debito pubblico dell'eurozona). A emetterlo proprio Autostrade spa, che raccolse 15 milioni di dollari con un titolo a sei anni.
A orchestrare l'operazione fu un gruppo di finanzieri guidati da Siegmund Warburg, ebreo tedesco fuggito dalla Germania nazista e diventato protagonista della finanza della City con la celebre investment bank da lui fondata (ora di proprietà di UBS). E stasera alcuni dei protagonisti di quella storica emissione, oggi ultraottantenni, si ritroveranno in una nostagica serata black tie al Savoy di Londra.
Warburg è passato a miglior vita nel 1982, ma stasera a ricordare quella prima, storica operazione ci sarà tra gli altri Peter Spira, 83 anni, che ha lavorato in S.G. Warburg & Co. dal 1957, seguendo anche l'operazione per le autostrade italiane. Il quale ricorda i bei tempi andati, brontolando perché ora il mercato è stato lacerato «con la burocrazia e le regole e le imposte di bollo, tutto per rendere la nostra vita difficile».
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