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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2013 alle ore 06:44.

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«Non mi sento più a mio agio, c'è un clima irrespirabile. Non ho più la forza di continuare a combattere da dentro una guerra che non ha senso»: lo ha affermato Adriano Zaccagnini, annunciando l'addio al Movimento Cinque stelle ed il passaggio al gruppo Misto. «Il clima poliziesco che ho vissuto sulla mia pelle – ha scritto in una nota il parlamentare – mi ha messo a dura prova psicologicamente, ma ho ritrovato la serenità nel rispettare la mia coscienza». Poi l'affondo con parole dure: «Le sparate dai blog e dei cani sciolti del branco parlamentare (i talebani) hanno occupato tutta la nostra comunicazione politica e troppo spesso emergeva solo propaganda e giustificazionismo ad oltranza, senza un minimo di pudore e di capacità anche minima, di fare autocritica». Prima di lasciare il deputato ha detto di aver consegnato al capogruppo alla Camera, Riccardo Nuti, il bonifico con il quale ha restituito «parte della indennità» da parlamentare «e la diaria». In totale, sottolinea, si tratta delle somme accumulate «in due mesi e mezzo: 8.500 euro».
Zaccagnini va ad aggiungersi alla lista degli espulsi: i senatori Marino Mastrangeli e Adele Gambaro. Nonché alle senatrici Paola De Pin e Giovanna Mangili, e ai deputati tarantini Alessandro Furnari e Vincenza Labriola, passati volontariamente al gruppo misto. Per il capogruppo M5S Nuti, l'uscita di Zaccagnini dimostra «che siamo un movimento libero».
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