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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2013 alle ore 17:59.

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Braccio di ferro nel governo Letta sull'acquisto dei caccia F35. Il ministro della Difesa Mario Mauro smentisce le indiscrezioni secondo cui l'esecutivo starebbe pensando di sospendere il programma Joint strike Fighter. «Non ho partecipato a nessun Cdm nel quale il governo abbia cambiato posizione», afferma Mauro. «Pd e Pdl - ricorda il ministro della Difesa - quando erano separati hanno votato gli F35 e mi sembrerebbe strano che ora, da uniti, non li votino più». Mauro replica a distanza al collega responsabile degli Affari regionali Graziano Delrio, che riferendosi ai 90 aerei che l'Italia ha ordinato, per una spesa di 14 miliardi, sottolinea che la vera emergenza, ora, è dare lavoro ai giovani.

«Credo - afferma in un'intervista a Repubblica tv - che proprio perché è un impegno importante, di diversi miliardi, dobbiamo fare di tutto per recuperare più risorse possibili per l'emergenza vera che abbiamo, che non è la difesa ma il lavoro per i giovani». Poi, in una nota, chiarisce: «Quello che ho detto è che pensando agli Stati Uniti d'Europa avrebbe senso una forza europea. Scelta complessa su cui occorre un'istruttoria», spiega Delrio.

Intanto le diplomazie dei partiti sono al lavoro per una mozione di maggioranza sugli F35. Accordo raggiunto nel gruppo Pd della Camera per una mozione sugli F35 che raccoglie tutte le anime del partito: a quanto si apprende, sul documento, messo a punto ieri sera (i deputati del Pd si sono espressi in maggioranza contro l'acquisto dei cacciabombardieri), è in corso un confronto con gli altri gruppi di maggioranza, tra cui il Pdl, che sta conducendo il capogruppo in commissione Difesa di Montecitorio, Giampiero Scanu. «Stiamo lavorando a un testo unitario», conferma il capogruppo Sc Lorenzo Dellai, che rimane tuttavia cauto sull'esito della trattativa. «Ci sono diverse sensibilità in tutti i partiti», continua, e l'obiettivo può essere raggiunto «se c'è uno sforzo di buon senso».

Ma le dichiarazioni del ministro della Difesa vengono criticate dal Partito democratico: «Il ministro - attacca il vicepresidente dei deputati del Pd Gero Grassi - dichiara che sugli F35 non si torna indietro e che si acquistano. A noi sembra una posizione irresponsabile e delegittimante verso il Parlamento che sta tentando, attraverso una discussione aperta, di realizzare opportunamente il bene dell'Italia che per noi non prevede l'acquisto».

Il nodo per i Dem è quello sulla sospensione temporanea del programma degli F35 mentre è in corso l'indagine conoscitiva in materia che sarebbe prevista nella mozione. C'è ancora tempo, comunque, fino a domani per il lavoro degli sherpa visto che, a causa dell'ostruzionismo della Lega in Aula sulla proposta di legge sulla "messa alla prova", il voto molto probabilmente slitterà a domani.

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