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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2013 alle ore 21:38.

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Il referendum di Dilma non convince, in Brasile sciopero generale l'11 luglio - Battaglia nella favela a Rio, 9 morti


Dilma Rousseff cede di fronte alle più imponenti proteste di piazza del Brasile democratico e promette di sottoporre a referendum popolare una profonda riforma del sistema politico brasiliano, attraverso la creazione di una assemblea costituente. L'inedita iniziativa della presidente brasiliana non sembra però aver colto nel segno ed ha avuto finora l'effetto di spaccare la classe politica senza fermare le proteste. Il movimento ha infatti annunciato che le proteste continueranno fino a quando non "ci saranno fatti concreti".

Dilma è anche caduta vittima del fuoco amico: i sindacati, tradizionali alleati del suo partito e molto vicini al suo precedessore, l'ex sindacalista Lula, hanno indetto oggi a sorpresa uno sciopero generale in tutto il Paese per l'11 luglio prossimo per richiamare l'attenzione del governo sui temi del lavoro. La convocazione dello sciopero ha spiazzato la presidente perché è stata annunciata giusto alla vigilia della convocazione a Planalto dei vertici sindacali.

Critiche sul governo sono piovute anche dall'ex presidente Fernando Henrique Cardoso, leader storico dell'opposizione di destra, che ha definito "autoritaria" la proposta di un referendum.

La presidente, che oggi ha incontrato i rappresentanti dell'Ordine degli avvocati e il presidente del Tribunale supremo federale, ha spiegato che vorrebbe un referendum popolare proprio per dare voce al popolo e decidere assieme come riformare la classe politica nazionale. "Il governo ascolta le voci democratiche che provengono dalle strade per andare avanti più velocemente e con umilità", ha spiegato. Dilma ha anche concordato con i 27 governatori ed i 26 sindaci delle capitali (Brasilia non ha il sindaco) un piano nazionale articolato in cinque punti per migliorare i servizi pubblici, come chiede il movimento di protesta.

La presidente ha anche promesso pene più severe per politici e funzionari pubblici che si macchiano del reato di corruzione, altro tema caro al movimento, ottenendo una risposta fredda: "Bene il dialogo ma la protesta continua fino a quando non ci saranno fatti concreti", ha annunciato Mayara Vivian, portavoce di 'Passe Livre', il movimento che ha convocato sui social network le manifestazioni di protesta.

I cinque punti del piano nazionale illustrato da Dilma negli incontri di Planalto sono: responsabilità fiscale, riforma politica, salute (con l'arrivo di medici dall'estero), trasporti e istruzione.

"Il governo investirà 50 miliardi di reais (circa 18 miliardi di euro) per la mobilità urbana", ha annunciato la presidente. Il caro-trasporti è stata la scintilla che ha scatenato la protesta, che non si arresta: manifestazioni si segnalano, anche se in forma minore, in varie città del Brasile. Ieri, due donne che stavano effettuando un blocco stradale sono state travolte e uccise da un'auto mentre un centinaio di manifestanti bloccavano le strade di accesso al porto di Santos, il più importante del Brasile per traffico di merci. (Ansa)

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