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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2013 alle ore 12:44.

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Ricerca Unioncamere-Symbola: dal sistema-cultura il 5,4% del Pil

Dal sistema produttivo culturale giunge il 5,4% della ricchezza prodotta in Italia, quasi 75 miliardi di euro. È il risultato di un rapporto elaborato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione dell'Assessorato alla cultura della Regione Marche.
L'indagine calcola l'impatto sull'economia della cultura in senso molto più ampio, abbracciando diverse categorie dei servizi ma anche della manifattura.

I numeri sommano infatti quattro macrosettori: industrie culturali propriamente dette (film, video, mass-media, videogiochi e software, musica, libri e stampa), industrie creative (architettura, comunicazione e branding, artigianato, design e produzione di stile), patrimonio storico-artistico architettonico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici) e performing art e arti visive (rappresentazioni artistiche, divertimento, convegni e fiere).

Una realtà estremamente ramificata, come si vede, che occupa quasi 1,4 milioni di persone, circa il 5,6% del totale degli occupati del Paese. Estendendo il calcolo dal sistema produttivo culturale privato anche a quello della pubblica amministrazione e del no profit, il valore aggiunto della cultura arriva a 80,8 miliardi, pari al 5,8% dell'economia nazionale.

L'impatto sull'economia viene misurato anche in termini indiretti. Secondo il rapporto, per ogni euro di valore aggiunto prodotto dal sistema culturale se ne attivano, mediamente, altri 1,7 sul resto dell'economia. In sostanza, sulla base di questa proiezione, gli 80,8 miliardi prodotti nel 2012 dal sistema produttivo culturale esteso alla Pa e al no profit riescono ad attivarne quasi 133.

Reazione anticiclica
Ermete Realacci, presidente di Symbola, e Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere, mettono in luce la performance anticiclica del sistema cultura "allargato", con una relativa capacità di tenuta. Nel 2012 la flessione di valore aggiunto a prezzi correnti rispetto al 2011 è stata contenuta al -0,3% rispetto al -0,8% del resto dell'economia.

Per quanto riguarda gli occupati, si è registrata una lieve crescita dello 0,5% a fronte del -0,3% del totale dell'economia. È cresciuto il numero di imprese (+3,3%) mentre il resto del tessuto produttivo del Paese rimaneva sostanzialmente immobile. Il saldo della bilancia commerciale del sistema produttivo culturale nel 2012 ha registrato un attivo di 22,7 miliardi, sospinto da 39,4 miliardi di export, equivalenti al 10,1% del delle esportazioni complessive nazionali. L'import del comparto si è invece attestato sui 16,7 miliardi di euro e costituisce il 4,4% del totale.

Il confronto sul territorio
È Arezzo la prima Provincia sia per valore aggiunto che per occupati legati alle industrie culturali (rispettivamente 8,4% e 9,9% del totale dell'economia). Nella classifica per incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale, seguono Pordenone (8,2%), Pesaro e Urbino (8,1%) e Milano (7,9%). Quindi Vicenza con il 7,8%, Treviso al 7,5%, Roma a quota 7,4%, Macerata al 7%, Pisa e Verona entrambe al 6,8%.

Quanto alle macroaree geografiche, è il Centro a primeggiare con il 6,1% del valore aggiunto rispetto al totale dell'economia. Seguono da vicino il Nord-Ovest, che dall'industria culturale crea il 5,9% della propria ricchezza, e il Nord-Est (5,5%). Più staccato il Mezzogiorno con appena il 3,9%.

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