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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2013 alle ore 11:22.

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Ecofin al rush finale per un'intesa sui fallimenti delle banche

BRUXELLES (dal nostro corrispondente)– Torneranno a riunirsi questa sera alle 18 e 30 a Bruxelles i ministri delle Finanze dei 27, chiamati a un nuovo round di negoziati per trovare un accordo su nuove regole di liquidazione delle banche in crisi. La riunione precedente, che si è svolta venerdì fino a tarda notte, è terminata con un drammatico nulla di fatto. I commenti della vigilia sono improntati all'ottimismo, anche se il tema è talmente delicato da indurre alla cautela molti osservatori.

Il pacchetto legislativo deve servire a dare ai Paesi dell'Unione norme comuni nella gestione di un fallimento bancario, prevedendo regole chiare sul contributo di azionisti, obbligazionisti e depositanti. Tendenzialmente, i paesi si sono messi d'accordo sull'ordine delle contribuzioni: prima gli azionisti, poi gli obbligazionisti dei prestiti subordinati, gli obbligazionisti non subordinati, i depositi delle grandi imprese e infine i depositi non garantiti di oltre 100mila euro.

I depositi di meno di 100mila euro verrebbero salvaguardati. Il vero nodo riguarda la flessibilità da accordare ai governi, per tenere conto delle differenze nazionali. Il confronto nella notte tra venerdì e sabato ha visto la Francia, la Spagna, l'Italia e altri paesi più piccoli affrontare la Germania e l'Olanda. I primi vorrebbero una certa flessibilità, anche per proteggere depositanti molto particolari come le piccole e medie imprese. I secondi invece chiedono regole più armonizzate.
L'obiettivo è di trovare un equilibrio tra la necessità di adattare le regole ai mercati nazionali e il bisogno di proteggere l'omogeneità del mercato unico. Alcuni diplomatici sostengono che dietro alla posizione tedesca ci sia anche il timore di creare regole troppo lasche che possano consentire ai Paesi in difficoltà di chiedere più rapidamente del necessario l'aiuto degli altri 26 stati membri e quindi l'uso del Meccanismo europeo di stabilità (Esm) per ricapitalizzare le banche in crisi.

Parlando lunedì davanti al Parlamento europeo a Bruxelles, il ministro delle Finanze irlandese e presidente di turno dell'Ecofin Michael Noonan ha spiegato che l'interruzione delle trattative venerdì notte è stata decisa per «la mancanza di tempo» piuttosto che a causa di nodi giuridici e politici impossibili da risolvere. La presidenza irlandese dell'Unione ha utilizzato gli ultimi giorni per nuovi contatti bilaterali nel tentativo di avvicinare le diverse posizioni nazionali.

Le regole sulle liquidazioni e sulle ristrutturazioni bancarie sono un pilastro cruciale dell'unione bancaria. Quest'ultimo è un progetto che prevede oltre al trasferimento della vigilanza creditizia dagli stati membri alla Banca centrale europea, già approvato, anche un'autorità di liquidazione e uno schema comune di garanzia dei depositi. Immaginato nel 2012, il progetto di unione bancaria compie passi avanti molto lenti, fosse solo perché impone un delicato trasferimento di sovranità.

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