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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2013 alle ore 07:20.
Carmine Gallo, 54 anni, è nella Polizia di Stato dal '78 e dalla fine del 2010 è il commissario di Rho-Pero. La sua lunga esperienza nelle zone calde della provincia di Milano è la migliore carta che lo Stato possa giocare sul tavolo di un'area particolarmente sensibile alle infiltrazioni della malavita organizzata (e no). Con lui, dunque, la chiacchierata verte sui riflessi nascosti dell'operazione partita dalla denuncia di un imprenditore.
In questo spicchio della periferia di Milano che si spinge fino a Cornaredo e che vede presidi importanti come la Fiera, a maggior ragione interessata dagli sviluppi di Expo 2015, l'attenzione è massima. In quest'area la criminalità organizzata si chiama quasi esclusivamente ‘ndrangheta. Il tasso di popolazione di origine calabrese è addirittura superiore a quello di Buccinasco. Soprattutto negli anni Sessanta e Settanta "compare" ha chiamato "compare" e famiglia ha chiamato famiglia. La maggior parte catanzarese, crotonese, vibonese. Le cellule di ‘ndrangheta fanno riferimento a cosche di quelle province.
Commissario quel che colpisce è il profilo di Giuseppe Mangeruca, nipote di un boss ma mai coinvolto in questioni di criminalità.
Vero. Giuseppe Mangeruca è stato interessato nella confisca che ha coinvolto la famiglia ma non è mai stato indagato né condannato per mafia. Chi gestisce le attività commerciali e imprenditoriali della famiglia è comunque Giuseppe, personaggio dalla forte personalità. Prima di lui, in vita, le gestiva il nonno Costantino Mangeruca.
E questo a suo giudizio cosa vuol dire?
Che non c'è un'attività strutturata criminale sul posto ma c'è, nel caso specifico, una persona che approfitta della potenza evocata dal cognome.
Dunque basta la parola, come nel caso di un famoso confetto reclamizzato qualche decennio fa.
E' così. Non ce ne sono tanti che possono farlo ma quei pochi mettono in pratica la forza del cognome.
Questo a maggior ragione fa apparire strano che qualcuno sul territorio ignorasse la storia familiare di Mangeruca. Come è possibile che Pollaccia, l'imprenditore dal quale è partita la denuncia, lo ignorasse?
Pollaccia sapeva con chi aveva a che fare ma aveva in testa l'immagine del nonno, Costantino, che nonostante tutto era una persona educata e gentile e al quale nel passato si era rivolto per acquistare mobili. Solo dopo ha capito, dice lo stesso Pollaccia, chi fosse Giuseppe Mangeruca e con chi avesse a che fare.
Ci sono altri casi Pollaccia sull'area che presidia?
Si, abbiamo raccolto altre denunce, altri casi "Pollaccia" ma minori rispetto a questo.
Il caso di Pollaccia, imprenditore che denuncia, non è dunque è isolato?
Qui la gente denuncia. Non è solo questione di Polizia. Ognuno, da Rho a Pero passando per Cornaredo e aree limitrofe, fa il proprio dovere. Le Istituzioni sono molto attente e insieme a loro abbiamo sollecitato i cittadini ad una sicurezza partecipata. Noi siamo con loro ma loro sanno che l'unica cosa che possono e devono fare è denunciare.
I casi sono destinati dunque ad aumentare?
Il rischio c'è in momenti di forte crisi come quella attuale. Del resto lo stesso Pollaccia si era rivolto a Mangeruca proprio per le difficoltà finanziarie che attraversava.
In questo territorio non ci sono episodi violenti nella migliore tradizione della criminalità evoluta che agisce sottobanco. Il caso "Mangeruca" farà infuriare i "vecchi" delle famiglie?
La ‘ndrangheta oggi agisce sottobanco e non vuole bombe né casini. L'arresto di Mangeruca farà innervosire qualcuno.
Expo 2015 suscita timori o entusiasmo?
Vigilanza, vigilanza e vigilanza. Chiunque apra o svolga un'attività nuova è attenzionato. Non solo grandi opere ma tutto. D'amore e d'accordo con le altre Forze dell'ordine. La nostra è un'intesa eccezionale che coinvolge anche la polizia municipale nei quartieri.
Siete pochi o tanti per compiti così delicati?
Se mi lamentassi sarei scorretto. Siamo in numero sufficiente per affrontare i problemi del territorio. Il questore, con l'avvento di Expo 2015, mostra molta attenzione. Abbiamo due volanti sul territorio. Una che gira giorno e notte e una fino alle 20 o 24, a seconda delle esigenze.
r.galullo@ilsole24ore.com
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