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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2013 alle ore 19:04.
L'ultima modifica è del 03 aprile 2014 alle ore 22:29.

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Anthony Kennedy (Corbis)Anthony Kennedy (Corbis)

NEW YORK – Il matrimonio gay è legittimo. La Corte Suprema americana ha emesso oggi due sentenze, con la prima autorizza le coppie gay o lesbiche sposate a ricevere aiuti federali. La seconda non si pronuncia sulla proposition 8, una proposta referendaria che aveva avuto la maggioranza dei voti e che impediva il matrimonio gay nello stato della California. Di fatto l'astensione della Corte apre la strada per legalizzare di nuovo i matrimoni fra coppie gay in uno degli stati più progressisti del Paese.

Una giornata di vittoria dunque per il movimento che vuole estendere a ogni coppia gay sposata i diritti civili e le protezioni federali a cui hanno diritto le coppie eterosessuali.

In due giorni la Corte ha così emesso una sentenza criticata dai progressisti che riduce il diritto al voto per le minoranze di colore in 9 stati del Sud e una sentenza altamente progressista già criticata in queste ore da esponenti del movimento conservatore e dalla destra religiosa. Non c'è da sorprendersi: in entrambi i casi il voto è passato rispettivamente con la maggioranza dei giudici di sinistra, favorevoli ai diritti dei gay e di destra, favorevoli a limitare la protezione del diritto di voto. La decisione chiave è sempre stata quella di Anthony Kennedy, un giudice nominato da Ronald Reagan e dunque di estrazione repubblicana che più volte ha dimostrato indipendenza su questioni sociali importanti come quella dei diritti gay. Gli altri quattro giudici conservatori hanno votato tutti contro l'estensione di benefici in arrivo dal governo federale alle coppie gay o lesbiche sposate. Nel caso dei diritti di voto, Kennedy si è schierato con la sua maggioranza mentre i quattro giudici di sinistra si erano schierati contro.

Ma fra le due sentenze di oggi, quella di gran lunga più importante è la prima, che stabilisce il diritto di accesso ad aiuti federali per le coppie gay o lesbiche. La valenza infatti è su tutto il territorio nazionale mentre la seconda sentenza avrebbe avuto validità solo per la California. Tocca infatti ai singoli stati decidere sulla legittimità del matrimonio gay nel territorio di competenza e non al governo federale.

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