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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2013 alle ore 06:41.

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L'annuncio sarebbe dovuto arrivare venerdì da Baku, capitale dell'Azerbaijan. Ma la compagnia austriaca Omv ha bruciato tutti sul tempo: con un comunicato stampa ha fatto sapere che il progetto Nabucco West «non è stato selezionato» per il trasporto in Europa del gas di Shah Deniz 2. Affermazione che implica che la scelta è caduta sulla Trans Adriatic Pipeline (Tap), condotta che punta a raggiungere le coste pugliesi, dopo aver attraversato Grecia e Albania. Un bel colpo per l'Italia, che aspira a diventare hub del gas e che con i Governi Monti e Letta si è impegnata a fondo per sostenere questa rotta di trasporto.

I vincitori non confermano nulla e neppure lo fa il consorzio a guida Bp che sta sviluppando il giacimento azero, con l'obiettivo di portare in Europa 16 miliardi di metri cubi di gas in più all'anno (di cui 6 in Turchia). Dietro i no comment trapela tuttavia l'irritazione per la mossa di Omv, prima azionista di Nabucco, che non si è accontentata di far trapelare un'indiscrezione, ma ha diffuso in via ufficiale la notizia prima ancora che questa fosse comunicata ai Governi interessati: il consorzio di Shah Deniz, di cui fanno parte anche l'azera Socar, la norvegese Statoil e la francese Total, si apprestava a farlo tra ieri e oggi. Tant'è che le prime conferme sulla vittoria di Tap sono arrivate da Atene, dove si trovavano il vicepresidente di Bp Al Cook e il presidente di Socar Abdoullayef Rovnag.

La soffiata degli austriaci non ha soltanto rovinato una cerimonia, ma ha portato scompiglio nelle strategie di Baku e dei suoi partner, che avevano ventilato la possibilità che entrambe le pipeline potessero un giorno vedere la luce, sia pure in momenti diversi, in virtù delle prospettive sempre più ottimiste sulla produzione azera: l'Agenzia internazionale per l'energia stima plausibile lo sviluppo di forniture per altri 26 mmc l'anno entro il 2025.

Il Nabucco – progetto accarezzato per oltre dieci anni da Bruxelles come l'arca che ci avrebbe tratti in salvo dallo strapotere della Russia e dei fornitori nordafricani – adesso è morto e sepolto. Lo sgarro degli austriaci non sarà dimenticato facilmente, specie dagli azeri. E comunque a sgombrare il campo dagli equivoci è intervenuto il ceo di Omv Gerhard Roiss: «Il progetto Nabucco è finito», ha chiarito. Quanto ai motivi della sconfitta, Roiss riferisce che gli sia stato detto che il mercato garantisce prezzi di vendita più alti per il gas in Grecia e in Italia, piuttosto che nell'Europa centrale. «Giudicate voi se questa sia una foglia di fico per nascondere una decisione politica».

In realtà è quasi certo che Tap offra davvero un maggiore ritorno economico (criterio che del resto il consorzio di Shah Deniz considerava «prioritario»). Ciò dipende tuttavia non tanto dal prezzo finale di vendita – poco rilevante, perché si uniformerà a quelli del resto d'Europa se l'hub si farà davvero – quanto dalle tariffe più competitive per il trasporto del gas. Inoltre Tap, a differenza di Nabucco, è stata in grado di allineare un gran numero di potenziali clienti: le richieste sarebbero state più che doppie rispetto alla capacità, mentre le prenotazioni raccolte dai rivali , secondo fonti vicine al dossier, faticano a riempire due terzi del tubo.

All'origine del vantaggio di Tap nella campagna di marketing c'è probabilmente anche la diversa composizione dell'azionariato: due dei soci , la svizzera Axpo (42,5%) e la tedesca E.On (15%), sono essi stessi grandi acquirenti di gas. Il terzo socio, Statoil (42,5%), non solo distribuisce gas in tutta Europa, ma è anche azionista del consorzio di Shah Deniz. Poiché c'è già un accordo in base al quale il 50% del Corridoio Sud passerà a Bp, Socar e Total, i produttori di gas azero finiranno per controllare il 71% della Tap. Un altro punto a favore.

Infine ci sarebbe una superiorità sotto il profilo tecnico: solo Tap avrebbe completato il cosiddetto Front end engineering. Restano, è vero, da risolvere altri problemi, tutt'altro che irrilevanti: in Puglia mancano tuttora le autorizzazioni per lo sbocco a terra del gasdotto. Inoltre, ci sono dubbi sulla possibilità di trasportare il gas lungo la Penisola, verso i mercati europei, perché il progetto della Dorsale adriatica – che consentirebbe di aumentare i flussi da sud a nord – si è arenato. Ma evidentemente gli ostacoli sono stati ritenuti superabili.

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