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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2013 alle ore 21:16.

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Su un campione di 21.479 intervistati il 91,5% del sondaggio "Salvaforeste" condotto da Greenpeace, distribuito durante l'edizione 2013 del Salone del Libro di Torino, preferisce leggere libri di carta riciclata. L'Italia è uno dei paesi europei in cui si legge meno ma bene. Con l'84,8% di lettori ben disposti ad acquistare libri di carta riciclata anche pagando un prezzo maggiore rispetto ai libri di carta pura, non sono pochi gli editori che, apprezzando la sensibilità dei loro clienti sempre più attenti e informati, hanno intrapreso la strada del marketing editoriale sostenibile.

Gli editori ambientalisti
Le case editrici che creano una maggiore domanda sul mercato di carta riciclata e che usano la più alta percentuale di fibra riciclata sono: Altreconomia, Atene del Canavese, Boogaloo pubblishing, Caravan edizioni, Creativa, Croma multimedia, Dissensi, Edizioni ambiente, Fandango, Gaffi, Hacca edizioni, Il Rovescio, La Coccinella, La Gru, La Linea, Macro, Montemeru, Terranuova.

Il riciclo impegnato ma ancora insufficiente
Mentre risultano sulla buona strada per lo scarso impiego di fibra vergine i seguenti editori: Becco Giallo, Chinaski, Con-Fine, Ded'A, Edizioni Clandestine, Edizioni E/O, Edizioni Estemporanee, Einaudi stile libero, Federighi, Feltrinelli, Apogeo, Gribaudo, Kowalski, Urra, Giunti, Il leone verde, Il Saggiatore, Il Seminatore, La Terza, Lavieri edizioni, Marcos y Marcos, Marsilio, Sonzogno, Minimum Fax, Prospettiva, Rubbettino, Slow food, Tea, Tunuè, Zandonai, Aisara, Foglio clandestino, Il Castoro, Libreria editrice fiorentina, Montemeru, Baldini Castoldi Dalai, Coconino press, De Agostini, Eli edizioni, Il Mulino, Keller, Kite edizioni, Liber Faber, Salani, Ape libri, Ponte alle Grazie, Stampa alternativa, Bollati Boringhieri, Chiarelettere, Corbaccio, Garzanti, Guanda, Longanesi, Nord, Harmony, Einaudi, Electa, Geo Mondadori, Mondadori, Mondadori education, Mondeadori informatica, Modadori libri per ragazzi, Piemme, Sperling&Kupfer, Adelphi, Bompiani, Bur, Etas, Fabbri, Rizzoli, Sansoni, Sellerio, Vallardi, Zanichelli, Atmosphere libri, Carocci, Fanucci, Loescher, Neri Pozza, Edt, Newton Compton editori. Purtroppo esistono anche molte case editrici che stampano solo parzialmente i loro libri con percentuali minime di carta riciclata o addirittura assenti e con un alto rischio di tracce di foresta pluviale.

Il riciclo della carta come opportunità economica
L'Italia è il quarto paese in Europa, dopo Germania, Finlandia e Svezia, con una produzione annua (2010) di circa 9 tonnellate e con un tasso annuale di riciclo di imballaggi di carta e cartone più che raddoppiato negli ultimi 13 anni. Il consumo di carta riciclata proveniente dalle cartiere italiane nel 2012 ha raggiunto il 57% del totale mentre il restante 43% è destinato all'export soprattutto in Asia dove l'attività di riciclo della carta non è molto praticata. In Italia le fibre provenienti dal riciclo in Italia sono utilizzate prevalentemente per gli imballaggi e i quotidiani e molto meno per i libri. E l'introduzione dell'utilizzo di fibra riciclata in settori importanti come quello dell'editoria, che nel 2012 ha fatto vendite per 100 milioni di volumi, potrebbe essere un'opportunità economica per l'Italia che ha una produzione di eccellenza proprio grazie all'attività di riciclo dei suoi lettori.

Le consapevolezza dei lettori italiani
Dal sondaggio di Greenpeace emerge che solo il 58,4% degli intervistati sa che per produrre carta le foreste indonesiane vengono distrutte ogni giorno portando gli ultimi esemplari delle tigri di Sumatra all'estinzione, invece, il 95,2% è consapevole che grazie alla carta riciclata non si tagliano alberi, si risparmia energia e acqua e si riduce l'emissione di anidride carbonica. Un robusto 77,6% sceglie i libri degli editori amici di Greenpeace; e, infine, per il 91,5% dei lettori non c'è differenza di leggibilità tra un libro stampato a carta riciclata e uno in fibra vergine.

Il problema della deforestazione
A causa della deforestazione in atto, entro il 2050 potrebbero scomparire oltre i due terzi delle specie animali e vegetali stanziati nelle foreste primarie insieme ai popoli e alle culture autoctone. Quasi l'80% delle foreste primarie è in stato di degrado o è andato perduto; il restante 20% è soggetto a pratiche di taglio nelle seguenti regioni: Canada, Indonesia, Brasile, Finlandia, Russia e Africa. Le foreste primarie sono vaste aree a basso o nullo impatto da parte dell'uomo ma dalle stime degli studiosi sull'ambiente risulta che 1,6 miliardi di persone dipendono in qualche modo da esse e che tra i 300 e i 350 milioni di persone sono, invece, fortemente legate alle foreste perché assorbono grandi quantità di carbonio e aiutano ad assorbire l'effetto serra.

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