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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2013 alle ore 14:15.

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Letta: «Per l'Italia 1,5 miliardi. Vittoria su lavoro e Unione bancaria, pareggio su Bei» - L'Ue sblocca i fondi per i giovani - Video - Domani con il Sole la «Guida al nuovo lavoro»

«Un risultato importante per l'Italia e per l'Unione europea». Ottimismo e soddisfazione nelle parole con cui il premier Enrico Letta, al termine della riunione, commenta in conferenza stampa l'esito del vertice Ue di Bruxelles. «Oggi c'è da sorridere», aggiunge il premier, che ricorre alle sue amate metafore calcistiche per dare il senso della riunione: «sul tema del lavoro e dell'occupazione giovanile abbiamo vinto bene, di misura su quello dell'Unione bancaria. Sulla banca europea degli investimenti abbiamo invece pareggiato». Ai giornalisti, anche un cenno a Iva e Imu: «continueremo a far di tutto», asscura Letta, per rispettare gli impegni presi, ma «senza sfasciare i conti pubblici perchè chi pensa che io sia qui per sfasciare i conti pubblici, sbaglia primo ministro».

Ora Governo può aprire la fase 2 per il lavoro
Ma è la prima vittoria quella che in questo momento preme di più a Letta, perché, sottolinea, «il tema della disoccupazione giovanile è stato il principale impegno nazionale» del Governo. Notevole anche i risultati sul fronte delle risorse rivendicato dal premier: «Abbiamo quasi triplicato i soldi che spetteranno all'Italia» quasi un miliardo e mezzo di euro, che per l'Italia costituiscono «un grandissimo risultato». Ora, ricorda, «si può aprire la seconda fase, il governo può lavorare al secondo pacchetto» per favorire il lavoro. Insomma, al Vertice l'Italia ha ottenuto più di quanto aveva sperato alla vigilia, e torna al casa con il sorriso anche per l'attenzione presstata all'occupazione giovanile, priorità imposta dal Governo Letta: «Se non ci fosse stato questo capitolo del lavoro giovanile, oggi avremmo raccontato conclusioni del Consiglio europeo tutte fatte di sigle, pur importanti, ma che ai cittadini non dicono assolutamente niente».

Imprese senza piu' alibi per assumere giovani a tempo indeterminato
Ma in conferenza stampa, il presidente del Consiglio lancia anche un ultimatum alle imprese, ormai senza più alibi sul fronte dell'occupazione: grazie«alla somma dell'intervento nazionale italiano e dei fondi europei» il governo è infatti riuscito ad assemblare «un pacchetto di interventi con una massa critica significativa». Ora «sta alle imprese, le imprese non hanno alibi. Ora le imprese possono assumere giovani, ovviamente a tempo indeterminato».

Dl lavoro, attacco alla campagna di disinformazione di Grillo
Nel suo intervento, Letta si leva anch qualche sassolino dalla scarpa prendendosela con la campagna di "disinformazione" sul dl lavoro messa su da Grillo che avrebbe potuto compromettere i risultati del vertice. «Un sito autorevole - spiega - appena uscita la notizia dal Consiglio dei ministri ha dato una notizia falsa», ovvero che «c'era bisogno di avere tutte le condizioni unite« per ottenere gli sgravi. «Questa notizia falsa, girata mercoledì ha messo sulla strada sbagliata l'informazione» e «ha dato a intendere una cosa che poteva finire in vacca». Passando ad analizzare l'accordo raggiunto sull'Unione bancaria, il premier ha confermato che in caso di crisi bancarie «verranno comunque salvaguardati i conti correnti sotto i 100mila euro».

La replica alle critiche di Brunetta (Pdl) e Tinagli (Sc)
Riferendosi invece alle critiche raccolte dal Dl Lavoro e Iva, il premier replica a stretto giro al capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, definendo i suoi ultimi attacchi «stimoli positivi che ci rendono più forti e determinati e correremo ancora di più per ottenere tutti i risultati ch ci proponiamo di ottenere». Quanto ai commenti sfavorevoli, tra gli altri, di Irene Tinagli (Scelta civica) alle misure dell'ultimo decreto, Letta spiega che quelle contenute nel provvedimento «non sono tampone ma sono strutturali perché danno un'indicazione chiara: per noi l'abbattimento delle tasse per favorire il lavoro a tempo indeterminato é la via maestra».

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