Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2013 alle ore 06:41.

My24

Se nei prossimi cinque anni l'export italiano replicasse la perfomance di quello tedesco nel decennio pre-crisi, aumentando di 1,6 punti percentuali di Pil all'anno, si avrebbe una crescita aggiuntiva del Pil italiano dello 0,7% annuo, ossia una crescita totale più che doppia di quella attualmente prevista (0,6% annuo secondo il Fondo monetario internazionale. Per questo, secondo il Centro studi di Confindustria, per le imprese i mercati esteri sono «una rotta obbligata». In particolare quelli emergenti, che rappresentano, oggi e sempre più nel prossimo futuro, dei grandi mercati di sbocco della produzione dei paesi avanzati. «La debolezza della domanda interna delle economie avanzate rende urgente e necessario espandere la capacità di intercettare la domanda più dinamica nelle economie emergenti». L'incremento delle esportazioni è comunque un volano della crescita, innanzitutto nel settore manifatturiero (da cui proviene la grande maggioranza dei beni esportati) e di conseguenza in tutti i settori produttivi. Secondo stime del Centro studi di Confindustria, «un aumento di un punto percentuale del tasso di crescita dell'export di merci è associato a un aumento di 0,21 punti percentuali del tasso di crescita del Pil nei paesi avanzati (0,24 in Italia).
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi