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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2013 alle ore 15:58.

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Il ritorno a Forza Italia divide i "guru" della comunicazione

Silvio Berlusconi accarezza il progetto da tempo ma ora sembra proprio che quel tempo sia arrivato: il ritorno a Forza Italia, il simbolo «glorioso» con il quale il Cavaliere ha dato l'avvio alla sua avventura politica. «Il Pdl - ha spiegato mesi fa l'ex presidente del Consiglio - è un bel nome ma non viene mai usato per esteso scegliendo sempre l'acronimo che non suscita emozioni». Eccola la parola chiave: emozione. Il sentimento che Berlusconi punta a risvegliare nel suo elettorato. E' la strada giusta?

Nostalgia di Forza Italia
Per alcuni esponenti del partito decisamente sì. «Potrà sembrare di tornare ai dinosauri ma la situazione attuale chiede un ritorno di Forza Italia, o di qualcosa di simile nel nome di cui in molti hanno nostalgia» è la posizione espressa da Giancarlo Galan, parlamentare Pdl, ex governatore veneto ma soprattutto, visto il tema, ex Publitalia. «So cosa vuol dire vendere un prodotto, sono in venditori del Pdl che non sono all'altezza, compreso il sottoscritto» ha ammesso.

Pdl, marchio consumato
La strada che Berlusconi sta per imboccare, però, divide gli esperti di marketing politico. Tra gli entusiasti si può sicuramente iscrivere Luigi Crespi, "spin doctor" e in passato sondaggista di riferimento del Cavaliere. «L'identità di brand del Pdl è negativa perché al suo nome vengono associati alcuni "disastri" come la fine dell'alleanza con Gianfranco Fini e il crollo del Governo Berlusconi. Il partito, nato come reazione indispensabile al progetto inclusivo di Walter Veltroni sul Partito democratico, non si è voluto né espandere né evolvere. Al contrario Forza Italia, a distanza di venti anni dalla sua creazione, frutto di uno studio approfondito, mantiene intatto tutto il suo valore di novità». Per Crespi non c'è alcun rischio di operazione nostalgia. Anzi. «La componente nostalgia, in un periodo fortemente negativo come quello che viviamo in questo momento, può dare credibilità».

La rigenerazione del Cavaliere
«Il ciclo del Pdl è chiuso» commenta Alessandro Amadori, presidente di Coesis research. «Lo abbiamo visto alle ultime elezioni: senza l'effetto Berlusconi il partito sul territorio scompare. Per il Cavaliere l'unica possibilità di rigenerarsi è quella di riproporre lo spirito del '94. Quindi il ritorno a Forza Italia ci sta». Parere diametralmente opposto è quello di Mario Rodriguez (MR & Associati Comunicazione): «Nella riproposizione di Forza Italia manca completamente l'effetto sorpresa. Più che un'operazione di marketing mi sembra packaging: un segno del logoramento concettuale di Berlusconi. L'elemento costitutivo aziendale di Forza Italia, un partito elettorale nata dalla struttura di Publitalia, è andato distrutto dall'immissione di Alleanza nazionale. Quello che serve ora al centrodestra è riconnettersi con la realtà dell'elettorato dopo la "mareggiata" del Movimento 5 Stelle».

Il recupero del logo
«Dubito che il nome del nuovo partito sarà alla fine proprio Forza Italia - commenta Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing -. Berlusconi è un uomo di marketing e sa che in qualsiasi operazione di marketing, sia di consumo che politico, se si vuole rigenerare entusiasmo, non si può semplicemente tornare al passato. Penso invece che Forza Italia sarà richiamata nel logo del nuovo partito per poi scomparire nei mesi successivi al lancio dell'operazione. Come accadde con la nascita del Pds». Quando nacque (era il 3 febbraio 1991) il Partito democratico della sinistra si presentò con il simbolo della quercia nel quale era incluso - rimpicciolito - il richiamo al passato: falce, martello e la scritta "P.c.i.". «Qualche tempo dopo - fa notare ancora Noto - quel riferimento comparve».

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