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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2013 alle ore 11:37.

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Sigarette elettroniche, resta la tassa ma salta il divieto di pubblicità. Scontro su acconti Irpef, Ires e Irap

Salta il divieto pubblicitario per le sigarette elettroniche: la promozione continuerà ad essere possibile. È questo uno degli effetti delle ultime limature apportate dai tecnici del Governo al decreto sul mini-rinvio dell'aumento dell'Iva di tre mesi e sul pacchetto occupazione, che è stato varato mercoledì dal Consiglio dei ministri e che dovrebbe approdare sabato (come data) sulla Gazzetta ufficiale. Le prime bozze oltre alla tassa sulle cosiddette e-cig, che è conformata, prevedevano anche uno stop alla pubblicità del prodotto. Quanto al decreto nel suo complesso, il testo arriverà alle Camere solo all'inizio della prossima settimana, ma in Parlamento la battaglia è già cominciata. Con soprattutto il Pdl, ma anche il Pd, che punta a riavvolgere il nastro delle coperture.

Nel mirino l'aumento degli acconti Irpef, Ires e Irap
Il primo obiettivo del Pdl è bloccare l'incremento degli acconti Irpef, Ires e Irap, e prolungare lo slittamento a sei mesi, ovvero fino al 1° gennaio 2014: ma per tagliare questo traguardo occorre raddoppiare da 1 a 2 miliardi la copertura faticosamente individuata dal Governo.

I paletti del Governo
L'esecutivo continua ricordare che il tetto del 3% del rapporto deficit Pil non potrà comunque essere sfondato. Alla Camera e al Senato, insomma, si giocherà una partita dura e piena di insidie. Che però rischia di essere risucchiata da un vero e proprio ingorgo parlamentare. Nei prossimi giorni le Camere si troveranno a fare i conti con ben 7 decreti.

Iva, verso lo slittamento di sei mesi
Uno dei primi effetti del pressing parlamentare sul decreto Iva sarà, con tutta probabilità, quello di un prolungamento del rinvio dell'aumento da 3 a 6 mesi (al 1° gennaio 2014). Un'ipotesi che, come ha detto chiaramente ieri il ministro Flavio Zanonato, non dispiace neppure al Governo. Il nodo resta quello delle risorse. La dote dovrà salire da 1 a 2 miliardi «senza sfasciare i conti pubblici», come ha ammonito il premier Enrico Letta. Un 'operazione che dovrebbe diventare possibile facendo leva sul piano che l'esecutivo sta allestendo per l'autunno. Un piano che scatterà con la legge di stabilità. Che dovrebbe prevedere anche la riforma dell'Iva, con restyling delle aliquote e del "paniere".

Il piano d'autunno
Come anticipato la scorsa settimana dal Sole 24 Ore, il Governo dovrà trovare 11 miliardi per le varie partite fiscali (Imu, Tares e Iva), per evitare l'aumento dei ticket sanitari in calendario il 1° gennaio 2014 (costo 2 miliardi) e per rifinanziare ulteriormente gli ammortizzatori sociali. Una dote che potrà scendere a 7-8 miliardi nel caso di interventi selettivi per le riforme dell'Imu e e dell'Iva.

Spending selettiva e "tesoretto" da spread
Tre le coordinate su cui si snoderà il piano del Governo: spending review di tipo selettivo; riordino delle tax expenditures e di tutte le agevolazioni fiscali; revisione del piano Giavazzi sugli incentivi alle imprese e ottimizzazione dei fondi strutturali Ue. A fine anno il Governo potrà anche attingere al cosiddetto "tesoretto" da spread: dai 2,5 ai 4 miliardi che potranno arrivare dalla minor spesa per interessi sostenuta rispetto alle previsioni messe nero su bianco dal Governo Monti.

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