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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2013 alle ore 23:57.

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Ambasciata italiana a WashingtonAmbasciata italiana a Washington

«Forniremo agli alleati europei tutte le informazioni che vogliono riguardo alle accuse di spionaggio». Lo ha detto il presidente americano, Barack Obama. Nelle ultime ore è salita la tensione sullo scandalo Datagate. La questione rischia di sfociare in uno scontro diplomatico ed economico tra Ue ed Usa, dopo le notizie diffuse dal Guardian secondo cui alcune ambasciate europee, tra cui quella italiana quella francese e quella greca, sono state oggetto di spionaggio da parte della Nsa, l'agenzia statunitense legata alla Cia che avrebbe svolto attività di spionaggio su vasta scala e i cui dettagli operativi sono stati rivelati nelle ultime settimane da Edward Snowden.

La possibilità che siano state piazzate "cimici" nelle ambasciate di paesi amici ha surriscaldato i rapporti diplomatici tra le due sponde dell'Oceano. Dopo il presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, che ieri ha chiesto agli Usa «un chiarimento completo» e ha avvertito che il caso potrebbe avere «un impatto grave sui rapporti» bilaterali, la Commissione europea ha fatto sapere attraverso un portavoce che sta procedendo «alle necessarie indagini e verifiche». Poi il rimprovero e la minaccia: «Gli alleati non si spiano l'un con l'altro», ha detto il commissario Ue per la giustizia e di diritti umani, Viviane Reding, parlando a un evento pubblico a Lussemburgo. «Non possiamo intavolare negoziati su un grande mercato transatlantico se c'è anche il minimo dubbio che i nostri partner fanno attività di spionaggio sugli uffici dei nostri negoziatori» ha poi aggiunto, in un comunicato, diffuso dal suo portavoce.

L'Italia attende che il quadro si delinei con maggiore certezza
«Le parole di Obama mi confortano sul fatto che avremo chiarimenti» sulla vicenda Datagate - afferma il premier Enrico Letta da Gerusalemme rispondendo ad una domanda in merito -. Ho fiducia che tutti i chiarimenti verranno dati e non ho dubbi». Parole più dure arrivano dal ministro della Difesa Mario Mauro, ospite di un videoforum di Repubblica, spiega che se le ambasciate europee, compresa quella italiana, davvero fossero state spiate a Washington e New York, «i rapporti tra Italia e Usa sarebbero compromessi». E sottolinea: «Se siamo alleati, se siamo amici non è accettabile che qualcuno all'interno di questo rapporto si comporti come una volta faceva l'Unione Sovietica con i suoi paesi satelliti». Da Zagabria interviene anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «È una questione spinosa, e dovrà trovare delle risposte soddisfacenti» affermai. Interviene anche la Farnesina: «sulla nota questione del Datagate - si legge in una nota del ministero degli Affari esteri - da parte italiana nella giornata di ieri si è proceduto ad effettuare un'immediata verifica con le controparti americane attraverso un intervento della Farnesina. Sono stati richiesti i necessari chiarimenti di una vicenda molto spinosa». «L'Italia ha fiducia che verranno fornite tutte le informazioni e assicurazioni necessarie», sottolinea il ministro Bonino.

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