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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2013 alle ore 14:56.

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Trattativa Stato-mafia, Riina: Andreotti? Un galantuomo. In via D'Amelio c'erano i servizi

«Appuntato, lei mi vede che possa baciare Andreotti? Le posso dire che era un galantuomo e che io sono stato dell'area andreottiana da sempre». Lo ha detto il capomafia corleonese, Totò Riina, in una pausa del processo per la trattativa Stato-mafia il 31 maggio scorso, a sollecitazione degli agenti di custodia del Gom che sovrintendevano al suo collegamento in videoconferenza con la Corte di Assise di Palermo, secondo una relazione da loro presentato e depositata oggi dai Pm in udienza. Ai suoi custodi Riina ha detto pure: «Appuntato, ha visto? Sono ancora un orologio svizzero, anche se mi sono fatto vecchio».

«Il pentito Giovanni Brusca, il primo a parlare del "papello", ha poi detto Totò Riina, «non ha fatto tutto da solo, c'è la mano dei servizi segreti. La stessa cosa vale anche per l'agenda rossa. Ha visto cosa hanno fatto? Perché non vanno da quello che aveva in mano la borsa e si fanno consegnare l'agenda. In via D'Amelio c'erano i servizi. Lo ha affermato il boss Totò Riina in una pausa del processo per la trattativa Stato-mafia il 31 maggio scorso, parlando con gli agenti di custodia del Gom che sovrintendevano al suo collegamento in videoconferenza con la Corte di Assise di Palermo, secondo una relazione da loro presentato e depositata oggi dai Pm in udienza.

«Io non cercavo nessuno, erano loro che cercavano me». Così il boss Totò Riina si è quondi riferito ai carabinieri a propostito della trattativa Stato-mafia in una pausa del udienza processuale del 31 maggio scorso, parlando con gli agenti di custodia del Gom. «A me mi ha fatto arrestare Provenzano e Ciancimino, non come dicono i carabinieri», ha detto ancora Riina, che ha sostenuito: «Di questo papello non so niente, mai visto».
«Io glielo dicevo sempre a Binu di non mettersi con Ciancimino», ha affermato ancora Riina, riferendosi a Bernardo Provenzano e all'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino.

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