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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2013 alle ore 06:43.

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ROMA
A 48 ore dalla decisione ufficiale, i giochi per la presidenza dell'Anci sembrano fatti. La guida dell'associazione dei sindaci dovrebbe andare al primo cittadino di Torino, Piero Fassino. Che avrebbe superato il ballottaggio interno al partito democratico e l'avrebbe spuntata sull'amministratore livornese Alessandro Cosimi.
Il condizionale è d'obbligo visto che l'investitura ufficiale spetta all'assemblea congressuale convocata per venerdì 5 luglio al Teatro Capranica di Roma. Ma, salvo colpi di scena dell'ultim'ora, non dovrebbero esserci più dubbi. La mediazione avviata nei giorni scorsi dal segretario Guglielmo Epifani sembra avere dato i suoi frutti. E il rischio che gli esponenti democratici si dividano al momento del voto tra i sostenitori di Cosimi e quelli di Fassino, prestando così il fianco a un eventuale outsider del Pdl, sembra ormai scongiurato. Anche i sostenitori di Cosimi si dicono pronti infatti ad appoggiare Fassino. Che prenderebbe così il posto lasciato vacante dal renziano Graziano Delrio, dopo la sua nomina a ministro degli Affari regionali, e occupato con la formula «facente funzione» dal sindaco di Pavia, il "formattatore" pidiellino Alessandro Cattaneo.
Intanto l'Anci ha scelto la commissione di garanzia per la gestione delle operazioni congressuali. L'organismo sarà presieduto da Cosimi e composto dai presidenti delle associazioni regionali di Basilicata e Veneto, Vito Santarsiero e Giorgio Dal Negro, dal segretario generale Veronica Nicotra, dal vicesegretario generale Alessandro Gargani e dai funzionari Fabrizio Clementi e Nicola Cirimele.
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