Lavoro, carriere. Ecco le lingue su cui scommettere per il proprio futuro
Il cinese e non più solo l'inglese, ma anche l'arabo, il tedesco. Che cosa studiare per avere qualche opportunità in più
di Alberto Magnani
1. Cinese (Mandarino)
Il gigante asiatico starà anche rallentando la sua corsa, con un Pil in crescita del "solo" 7,4% nel 2013. Ma non c'è dubbio che la Cina sia il biglietto aereo per il futuro, anche negli interscambi commerciali con l'Italia: nel 2012 il giro d'affari dell' import/export ammontava a 41.725 miliardi. Senza contare il record assoluto di praticanti della lingua e dei suoi dialetti nel mondo, 1 miliardo e 200 milioni (più di 800 milioni i native speaker). Non a caso, dal 2001 al 2011 i non cinesi che studiano mandarino sono cresciuti di quasi 50 milioni. Negli Stati Uniti, già nel 2011, l'idioma di Pechino risultava "lingua straniera" nel curriculum di più di 1000 licei. In Italia la scalata è in atto. Oltre ai corsi di laurea in Lingue e letterature Orientali, presenti da Venezia a Napoli, una prima infarinatura con gli ideogrammi del mandarino si ricava con corsi privati. L'IsLao ne propone uno annuale, con due lezioni a settimana, nelle sue tre sedi di Roma, Milano e Ravenna. Il prezzo è di 700 euro. L'Istituto Confucio, presente con 10 sedi in tutto il paese, offre moduli da 50 ore a 330 euro, e un corso "baby" di potonghua per allievi dai 6 ai 10 anni.
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