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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2013 alle ore 06:43.

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ROMA
«Non risultano ai nostri servizi elementi di spionaggio nella nostra ambasciata» negli Usa. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, alla Camera riferisce sul Datagate. Spiega che «non ci sono le condizioni giuridiche affinché l'Italia possa accogliere la richiesta di asilo» a Edward Snowden. E comunque sul Datagate «il premier Enrico Letta ha dato la sua disponibilità» a riferire il 10 luglio sulla vicenda.
Lo scenario descritto da Emma Bonino conferma in sintesi i contenuti dell'audizione al Copasir (il comitato per la sicurezza della Repubblica) del direttore del Dis-dipartimenti informazioni e sicurezza, ambasciatore Giampiero Massolo. Va precisato, però, che l'espressione «non risultano elementi di spionaggio» proprio Massolo la completò con un «per ora». In pratica, non sono state ancora fatte le "bonifiche" delle ambasciate italiane a New York e a Washington dove secondo il Datagate ci sarebbe stato lo spionaggio Usa ai danni dell'Italia.
Dagli Stati Uniti «non sono ancora arrivati i chiarimenti promessi in nessuna delle capitali europee», ha detto il ministro, che mercoledì ha incontrato l'ambasciatore americano David Thorne. Tra l'altro, secondo un'anticipazione del quotidiano Le Monde, anche la Francia ha il suo dispositivo per lo spionaggio su larga scala delle telecomunicazioni: è la Direzione generale della Sicurezza esterna, la Dgse, che controllerebbe e archivierebbe i dati tecnici delle comunicazioni, i «metadati».
Comunque sul Datagate «non siamo stati coinvolti, né consultati, né informati in proposito» ha aggiunto Bonino. E «lunedì 8 luglio ci sarà a Washington un incontro Usa-Ue» sulla vicenda dello spionaggio. Protesta Claudio Fava (Sel): «Il ministro dice di voler aspettare spiegazioni dal governo americano: mi sembra che l'imbarazzato silenzio del governo americano sia già una risposta più che esplicita». Sempre l'8 luglio inizierà il negoziato Usa-Ue sull'accordo di libero scambio. Su questo, osserva il titolare della Farnesina, «non possiamo permetterci» che la vicenda del Datagate «metta a repentaglio l'accordo di libero scambio» Ue-Usa, i cui negoziati devono aprirsi tra breve.
In linea il viceministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda: «Sarebbe un grave errore» se la polemica sul Datagate «portasse alla sospensione dell'inizio delle negoziazioni per il trattato di libero scambio» perché, aggiunge Calenda, «è un trattato di importanza storica per le relazioni transatlantiche e il commercio mondiale e di cui, tra l'altro, l'Italia potrebbe beneficiare più di ogni altro Paese europeo, data la nostra specializzazione settoriale». Tra gli altri temi affrontati, il ministro degli Esteri ha fatto notare che «sono 19mila gli italiani in Egitto, la Farnesina li sta seguendo e ha mandato un'équipe di rinforzo per seguirli al meglio»
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