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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2013 alle ore 06:44.

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Matteo Renzi (LaPresse)Matteo Renzi (LaPresse)

Il clima resta teso dentro il Partito democratico. E l'impressione è che l'atmosfera sia destinata a deteriorarsi con il trascorrere dei giorni che dividono il partito dal suo prossimo congresso che, come ha assicurato il segretario Guglielmo Eifani, si celebrerà entro l'anno. Si prenda, ad esempio, la giornata di ieri. A via del Nazareno, sede democratica, era in programma la riunione organizzata da personalità vicine all'ex segretario Pier Luigi Bersani (D'Attorre, Fassina, Martina) per discutere della loro mozione, "Fare il Pd". Moltissime le adesioni: in una sala gremita si sono visti i maggiorenti (da D'Alema a Fioroni passando per Marini) espressione delle diverse sensibilità del partito ma, come si era capito alla vigilia, mancava proprio la personalità che agita la vita del partito: Matteo Renzi. Assente lui e tutti i suoi "uomini".
Una situazione che rilancia i sospetti sulla nascita di un "correntone" contro il sindaco di Firenze. Evocato in tutti gli interventi, quasi mai citato. «Un'idiozia» taglia corto Massimo D'Alema che però non perde un giro quando si tratta di punzecchiare l'ex rottamatore: «Credo – dice – che giochi un po' a fare la vittima. Secondo me sbaglia, dovrebbe essere qui». Renzi gli risponde ma a distanza: «Non debbo chiedere il premesso a Massimo D'Alema per candidarmi – ribadisce al Tg5 –. Il Pd piuttosto si dia una mossa e la smetta di seguire le mie mosse».

La sensazione insomma è sempre quella di un partito spaccato proprio sulla sua figura più popolare. Dario Franceschini esercita il suo ruolo di mediatore: «Non c'è alcuna alleanza contro qualcuno, tantomeno Renzi. Serve un coinvolgimento di Renzi e spero che nei prossimi giorni ci sia un incontro tra lui ed Epifani». L'ex ministro invita poi a smetterla con lo sport preferito tra i democratici: logorare il leader. «Questo non va fatto con Renzi che è una risorsa».
Il dissidio sulle regole rimane intatto. Renzi chiede la coincidenza tra segretario e candidato premier? L'ex segretario Pier Luigi Bersani lo rintuzza con altri interrogativi: «Se continuiamo a fare i congressi per cercare un candidato, quando troviamo il partito?» si chiede l'ex candidato premier. «I leader sono pro tempore, espressione di una formazione politica permanente o pensiamo a un partito protesi?».
Poi ci sono i candidati alla segreteria, quelli che saranno gli avversari di Renzi qualora il sindaco ufficilizzasse la sua corsa al dopo Epifani (sempre che l'ex segretario Cgil confermasse la sua intenzione di non ricandidarsi). «Il congresso non passi da un accord tra capi corrente» ma «rimettiamo la decisione a chi ha diritto di scegliere, i nostri elettori (Gianni Cuperlo). «Le regole già ci sono, non c'è bisogno di cambiarle» (Gianni Pittella).
R Fe.

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