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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2013 alle ore 13:30.

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Londra, sì del Parlamento al referendum per l'uscita dall'Ue

LONDRA - Una vittoria del tutto simbolica, ma pur sempre una vittoria per David Cameron. Il premier britannico ha vinto un voto in Parlamento sul referendum che darà agli inglesi la scelta se uscire o meno dall'Unione europea.
I deputati hanno votato a favore del referendum, 304 a zero, rendendolo vincolante , anche se un futuro Governo non conservatore sarà libero di annullare la consultazione.

Il partito laburista all'opposizione si è già schierato contro il referendum e ha definito il voto parlamentare "una perdita di tempo". Identica la posizione dei liberaldemocratici, partner dei Tories nella coalizione di Governo ma favorevoli alla Ue.

Per Cameron si tratta soprattutto di una mossa tesa a placare gli euroscettici all'interno del suo partito e a convincere gli elettori a votare Tory nel 2015. I conservatori sono indietro nei sondaggi di opinione, e hanno perso terreno sia a sinistra contro i laburisti sia a destra contro Ukip. Il partito, fino a poco fa piccolo e trascurabile, di recente ha registrato molti successi in elezioni locali chiedendo una stretta all'immigrazione e l'uscita immediata della Gran Bretagna dalla Ue.

La proposta di legge approvata da 304 conservatori era stata avanzata dal piú giovane deputato Tory, il 29enne James Wharton., e chiede un referendum entro il 2017. "È ora di dare a milioni di cittadini britannici la possibilitá di esprimere la loro opinione," ha dichiarato Wharton. La proposta di legge potrebbe non diventare mai legge, se sconfitta in Parlamento, oppure se diventa legge potrebbe essere emendata o annullata da un futuro Governo.

La posizione ufficiale di Cameron, frutto di un gioco di equilibrismi tra le richieste della destra del suo partito e quelle dei partner liberaldemocratici, è che la Gran Bretagna dovrebbe restare parte della Ue ma solo se la Ue cambierà dall'interno promuovendo riforme per essere piú democratica e trasparente. Il premier ritiene che sia comunque giusto chiedere agli elettori la loro opinione sulla Ue per la prima volta dal 1975. Secondo i sondaggi se ci fosse un referendum oggi la maggioranza dei cittadini britannici voterebbe a favore di un "divorzio" da Bruxelles.

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