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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2013 alle ore 08:53.
Matteo Renzi ancora all'attacco delle larghe intese. «Questa storia che io sono contro Letta è una barzelletta», mette in chiaro il sindaco di Firenze parlando a Pesaro. «Se Letta fa bene, e io lo spero, l'Italia sta meglio. Prima di essere sindaco e candidato, sono cittadino italiano e voglio che Letta faccia bene». Poi però il rottamatore non nasconde le sue perplessità quando, con una battuta, fa riferimento alla missione ardua di tenere insieme nelle larghe intese partiti da sempre antagonisti («l'importante è che faccia contenti gli italiani», del resto «lo voglio proprio vedere tutti i giorni a far contenti Brunetta e Schifani»).
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Il governo Letta ha giocato una «bella partita in Europa», dà atto Renzi; però bisogna avere «più coraggio», in particolare nell'affrontare «un problema devastante che è quello della burocrazia». Pronta e affilata la replica del ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini: «Matteo più che sognare un governo che faccia contenti gli italiani sogna più concretamente un governo guidato da lui». Quanto al prossimo congresso del Pd, Renzi prende tempo, in attesa di capire quale orientamento prevarrà nella commissione che è al lavoro sui criteri di partecipazione. «Deciderò cosa fare quando il segretario Epifani dirà quali sono le regole; perché se sono primarie aperte è un film, se sono solo per gli iscritti è un altro».
