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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2013 alle ore 10:29.

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La protesta dei parlamentari M5S contro la sopensione dei lavori alla Camera dei Deputati (LaPresse)La protesta dei parlamentari M5S contro la sopensione dei lavori alla Camera dei Deputati (LaPresse)

Pdl all'arrembaggio dopo l'accelerazione imposta dalla Cassazione al processo per i diritti Tv Mediaset: prima annuncia l'intenzione di disertare la riunione della "cabina di regia" (prevista per il primo pomeriggio, poi sconvocata dal Governo) per discutere dei provvedimenti economici. Poi, tramite Renato Brunetta (e Renato Schifani al Senato), sollecita la Conferenza dei capigruppo della Camera a concedere quella che potrebbe dimostrarsi l'inizio della fine del Governo di larghe intese: una interruzione di un paio di giorni ai lavori parlamentari per dar modo di valutare le conseguenze politiche del calendario fissato dalla Suprema Corte. I capigruppo sono però contrari, propensi solo ad accordare una sospensione dei lavori per un pomeriggio, in concomitanza con la riunione del gruppo Pdl, e la questione viene quindi rimessa al voto dell'Aula, che la accoglie.

In Aula, il voto contrario di M5S, Sel e Lega
Stop quindi ai lavori del pomeriggio, tutti rinviati a domani mattina quando si riprenderà con il Dl Ilva. L'aula di Montecitorio approva la richiesta del Pdl con 171 voti di differenza. A favore hanno votato, oltre ai deputati Pdl, quelli di Pd, Scelta civica e Fratelli d'Italia. Contrari M5S, Sel e Lega, assieme al deputato di Centro democratico Roberto Capelli, che si è espresso a titolo personale.

Sit in di protesta dei 5 Stelle alla Camera
Il voto dell'Aula suscita l'immediata reazione dei deputati grillini, che mettono in scena un improvvisato sit in di protesta davanti a Montecitorio. Una trentina di deputati uusciti dalla Camera subito dopo la votazione si sono infatti messi a sedere in maniche di camicia davanti all'ingresso della Camera, spalle al palazzo.

Pd diviso, renziani contro la linea seguita dal partito
Il malumore serpeggia anche nelle fila del Pd, che infatti si divide: «Oggi abbiamo detto agli italiani che i problemi di Berlusconi, vengono prima di quelli del Paese. La decisione di sospendere l'Aula è un messaggio di resa alle rivalse del Cavaliere», sottolineano alcuni renziani. Altri sostenitori del sindaco di Firenze chiedono una riunione del gruppo della Camera per discutere della gestione della partita della sospensione dei lavori d'Aula, definita «incomprensibile». Per Gianni Pittella, candidato alla segreteria del Pd e vice presidente vicario del Parlamento europeo, «Il Pd si é inginocchiato al diktat di Berlusconi e all'irresponsabile minaccia di far cadere il governo. Ma si rendono conto dalle parti di Via del Nazareno che approvando la sospensione dei lavori oggi a Montecitorio, come ordinato dal Pdl, il più grande partito italiano si é reso responsabile dell'umiliazione del parlamento della Repubblica solo ed esclusivamente per gli interessi e i problemi giudiziari di Berlusconi? Un errore macroscopico».

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