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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2013 alle ore 06:44.

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Processo Berlusconi-Mediaset: la Cassazione, la legge e la prassi

La legge è uguale per tutti, e lo è anche la prassi seguita dalla Cassazione per i processi prossimi alla prescrizione. Non poteva fare eccezione, quindi, il processo Mediaset a Silvio Berlusconi (condannato per frode fiscale a 4 anni di carcere e a 5 di interdizione dai pubblici uffici), visto che il 1° agosto scatterà la prescrizione di una delle due frodi consumate dall'ex premier.

Legge e prassi

Legge e prassi prevedono che, in questi casi di «urgenza», i termini per fissare l'udienza possano essere ridotti fino a un terzo (20 giorni invece di 30) e che, se si è a ridosso della sospensione estiva, il processo venga trattato ugualmente. Pertanto, in base a una legge del '69 e all'articolo 169 del Codice di procedura penale nonché alle direttive annualmente impartite dal primo presidente della Cassazione, il processo Mediaset è stato fissato il 30 luglio davanti alla Sezione feriale (presidente Antonio Esposito, giudice relatore Amedeo Franco) e la difesa è stata avvisata della riduzione dei termini. Così si arriverà al verdetto prima che scatti la prescrizione, sia pure solo per una delle due frodi. Fermo restando che se la Cassazione dovesse annullare la condanna con rinvio alla Corte d'appello, sarà quest'ultima a verificare anche l'eventuale avvenuta prescrizione (sia pure parziale).

Le reazioni dei legali

Tutto nella norma, insomma, sebbene il Pdl gridi alla «cospirazione» e all'«aberrazione». L'avvocato Franco Coppi, che affianca Niccolò Ghedini, ammette che la decisione della Corte è «formalmente corretta» ma si dice «esterrefatto» perché «non c'era ragione di fissare termini così brevi» che «incideranno sulla possibilità di difesa», costringendo gli avvocati a «una preparazione affannosa». Ghedini parla di «tempo eccezionalmente breve» e contesta il calcolo fatto dai supremi giudici perché «il primo dei due reati si prescriverebbe, valutate le sospensioni, parecchi giorni dopo la fine dei termini feriali del 15 settembre 2013, mentre l'ultima contestazione si prescriverebbe addirittura a fine settembre 2014».

I casi «169»

Ma la ragione dell'accelerazione è solo l'imminente prescrizione. Per questa stessa ragione centinaia di processi vengono trattati dalla Cassazione con maggiore celerità. Basti solo pensare a quelli per concussione: dopo la legge Severino sull'anticorruzione (190/2012), la Corte è stata costretta addirittura a modificare la propria agenda per accorparli e anticiparli perché molti di quei processi, altrimenti, sarebbero arrivati in udienza già prescritti visto che la legge 190 ha ridotto da 15 a 10 anni la prescrizione della vecchia «concussione per induzione» diventata «induzione indebita» (nonostante questo sforzo, per alcuni non c'è stato nulla da fare). E del resto, sono centinaia i «169» - come si chiamano in gergo i casi «urgenti» - che la Cassazione manda in Procura generale con la segnalazione di «prescrizione imminente» e su cui il Pg chieda la riduzione dei termini per il giudizio.

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