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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2013 alle ore 10:08.

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Berlusconi: la Cassazione non può che assolvermi - Quirinale: ipotesi di grazia è alfabetismo istituzionale

"Se una calmata se la dessero tutti, a destra come a sinistra, sarebbe meglio per tutti". Lo dice Silvio Berlusconi in un colloquio con Paolo Guzzanti pubblicato da Il Giornale, in cui il Cavaliere ribadisce il sostegno al governo Letta che "fa quel che puo' e mi sembra che non ci sia altro, salvo che trovare i soldi per l'Imu e il punto di Iva. Non e' poco, ma non e' neppure una cosa impossibile".

La vita dell'esecutivo non sara' condizionata dalle sentenze? "C'e' gia' la gravita' della situazione che e' abbastanza condizionate", risponde il Cavaliere, che sottolinea come piuttosto il governo sia "logorato a sinistra, ha gravi problemi su quel lato perche' bisogna vedere come si risolveranno i loro conflitti interni, del Pd, intendo, e che cosa fara' Renzi". Il sindaco di Firenze potrebbe cercare la spaccatura nel Pd? "Non lo so, sono cose loro. Dico pero' che mentre io sono tranquillo, loro, nel Pd, sono agitatissimi e questa agitazione fa male al governo e di conseguenza fa male al Paese", risponde Berlusconi

Berlusconi torna a ribadire la sua fiducia nella sentenza della Cassazione in merito al processo Mediaset dopo le rassicurazioni di ieri sulla tenuta del governo e l'intrapresa via della pacificazione. L'ex premier sottolinea: i giudici «non possono non assolvermi perché la mia innocenza é talmente evidente che non possono non vederla». Quindi ricostruisce il caso Mediaset e insiste: «Ho versato 9 miliardi all'Erario e mi sarei messo a trescare loscamente per uno sconto di 7,5 milioni?». Il leader del Pdl spera che «i giudici non si arrabbino per gli eccessi della stampa» e osserva: «Ho fiducia nella ragionevolezza, ho fiducia che ci siano anche magistrati che amministrano la giustizia senza pregiudizi». E sulla sua lunga storia giudiziaria l'ex premier torna a rilevare «con sdegno e anche con terrore» che «certi procedimenti nei miei confronti non sembrano nascere da fatti concreti ma dalla voglia di eliminarmi per via giudiziara», pur sottolineando di non avercela con la magistratura «in senso astratto». Resta il fatto, argomenta, «che io dopo tanti processi ho avuto una caterva di assoluzioni con formula piena, salvo tre, mi sembra, per prescrizione a causa della lentezza della giustizia. Dunque non confondo certe iniziative aggressive con il normale lavoro dei magistrati». D'altronde, prosegue nel suo ragionamento, «un giudizio sereno» della Cassazione «non può che essere favorevole, ma non per un atto di bontà».

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