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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2013 alle ore 08:16.

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ROMA
Una carica di 489 emendamenti e 8 ordini del giorno sono stati presentati ieri dai gruppi parlamentari al dl Lavoro. Tra le richieste ce ne è una che mira a permettere anche alla contrattazione aziendale di poter individuare le esigenze per consentire all'impresa di ricorrere al lavoro intermittente. Si chiede poi una maggiore semplificazione dell'apprendistato, sopprimendo l'obbligo di stabilizzazione (30% nei primi tre anni, che sale poi al 50%) per assumere nuovi apprendisti.
Per quanto riguarda i voucher in agricoltura si punta ad ammetterne l'utilizzo anche per le casalinghe, e a rivedere il limite di reddito di 5mila euro (introdotto dalla Fornero) non più riferendolo alla somma di tutti i committenti, ma al singolo committente. Sulle misure straordinarie e temporanee per «Expo» il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, ha presentato l'emendamento per consentire per tre anni contratti a tempo "semplificati"; mentre Scelta Civica con un emendamento, primo firmatario Pietro Ichino, propone, sempre legato all'evento milanese, e fino al 2015, di sperimentare un rapporto di lavoro dipendente che per i primi tre anni l'impresa, in caso di necessità, può sciogliere pagando un costo modesto, predeterminato.
Il tema divide: per il Pd, ricorda la senatrice Rita Ghedini, «è necessario un preventivo accordo delle parti sociali». Le imprese puntano, con tutte le tutele per i lavoratori, a contratti a tempo di 36 mesi senza causali, e di intervalli ridotti a 5 giorni. La Cgil è contraria; la Cisl chiede una convocazione al governo, anche ieri impegnato in un difficile compito di sintesi. Si aspetta la nuova cabina di regia della prossima settimana (per tentare un accordo politico).
La presentazione di quasi 500 emendamenti al dl 76 (che contiene anche il rinvio dell'Iva) è comunque l'occasione per capire dove i partiti di maggioranza "tireranno per la giacca" l'esecutivo sul fronte lavoro. Il Pd punta a innalzare da 29 a 35 anni l'età per fruire dei nuovi incentivi all'occupazione (decontribuzione con tetto di 650 euro al mese); e chiede di alzare (almeno al 70% rispetto al 50% attualmente previsto) il contributo per il datore che assume un lavoratore beneficiario di Aspi. Sempre il Pd preme per il rifinanziamento della Cig in deroga (secondo le Regioni servono ancora 1,4 miliardi); del "bonus precari"; e chiede il rinvio di un anno dell'aumento contributivo per le partite Iva.
Il Pdl, oltre a Expo, presenta emendamenti per incentivare il telelavoro; e per sopprime il limite delle tre unità (imposto dalla Fornero) per i contratti di associazione in partecipazione, «che sta creando problemi ai rapporti genuini, come nel settore discografico». Sempre il Pdl, in tema di responsabilità solidale negli appalti, chiede che, laddove ci sia una condivisione con gli enti previdenziali, gli accordi collettivi possano prevedere disposizioni che esonerino l'impresa committente (o appaltatrice) dalla responsabilità solidale anche in ordine ai contributi previdenziali e assicurativi. Scelta Civica, accanto alla proposta di un contratto ad hoc per Expo (per il responsabile Area Welfare, Giuliano Cazzola, la richiesta delle imprese di maggiore flessibilità sui contratti «avrebbe un impatto positivo sull'occupazione») chiede di introdurre un incentivo fiscale all'assunzione di lavoratori a tempo indeterminato; alcune modifiche alla norma che istituisce la "struttura di missione" (per le politiche attive); e di sopprimere l'articolo 9, comma 1, del dl 76 che allarga il regime di solidarietà negli appalti anche ai compensi e agli obblighi previdenziali e assicurativi nei confronti dei lavoratori autonomi.
Alcune misure sono onerose; e potrebbero essere dichiarate inammissibili. Le commissioni Lavoro e Finanze torneranno a riunirsi martedì: «Ora inizierà la discussione e si dovrà convergere su alcuni punti condivisi per non disperdere le risorse e non rallentare il processo di incentivazione», sottolinea la relatrice, Maria Grazia Gatti.
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