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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2013 alle ore 08:18.


Convincere gli investitori esteri a guardare all'Italia come a un Paese non più ostile. Come? Eliminando macigni burocratici, semplificando norme e autorizzazioni e promettendo se possibile anche incentivi e agevolazioni fiscali come hanno fatto altri Paesi, a cominciare dall'Irlanda che nel giro di pochi anni è diventato un paradiso per chi vuole investire. Si chiama «Destinazione Italia» il nuovo piano del Governo per catturare almeno un pezzetto del flusso di miliardi – l'anno scorso su 1.400 ne abbiamo attratti solo 9 – che cercano il posto giusto dove fermarsi.
Un piano che guarda all'Expo del 2015 come a un vero banco di prova, come ha spiegato il premier Enrico Letta che ieri l'ha presentato in Consiglio dei ministri: «È un progetto finalizzato a lavorare innanzitutto nei due anni che ci separano dall'Expo, che è un punto di riferimento». Perché oggi «sono troppo scarsi gli investimenti esteri nel nostro Paese».
Nei prossimi giorni partirà una task force snella che metterà a punto un rapporto entro settembre coinvolgendo le parti interessate e dopo una consultazione pubblica. Da lì si partirà per scrivere – si spera a stretto giro – un provvedimento, forse un decreto legge ad hoc. «È un decisivo salto di qualità per la diplomazia economica», ha detto ieri il ministro degli Esteri Emma Bonino che lavorerà «in stretto raccordo» con il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato «per rendere l'Italia un paese attraente per i maggiori investitori». Per il presidente del Comitato investitori esteri di Confindustria, Giuseppe Recchi, «le imprese multinazionali estere in Italia, che rappresentano 500 miliardi di fatturato aggregato e 3 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti accolgono con grandissima soddisfazione questa disponibilità e sono pronte – ha aggiunto Recchi che è anche presidente di Eni – a collaborare e a incalzare il Governo per raggiungere al più presto risultati concreti».
La task force – che sarà composta da Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica di Zanonato, Alessandro Fusacchia, consigliere per la diplomazia economica della Bonino e da Fabrizio Pagani consigliere del premier Letta – lavorerà insieme agli altri ministeri interessati e dovrà innanzitutto individuare le priorità, i settori e i territori su cui calamitare i top investor mondiali. L'idea è quella di attrarre innanzitutto chi punta a operazioni di grosso calibro, come riconversioni industriali, creazioni di nuovi stabilimenti e anche acquisizioni – come sta accadendo sempre più spesso negli ultimi tempi –, ma con l'ipotesi di fissare qualche paletto che assicuri il mantenimento della produzione nel Paese.
Ma tra i fronti su cui si potrebbe puntare c'è anche quello di portare in Italia investimenti più mirati, a cominciare dall'attrazione del venture capital per tenere in Italia le start up che negli ultimi mesi stanno cominciando ad attecchire. Turismo, immobiliare commerciale, industria, nautica e cantieristica dovrebbero essere alcuni dei settori su cui il pacchetto di misure dovrebbe agevolare gli investimenti dall'estero, ma anche dei player italiani.
Fin qui le priorità e le indicazioni su cui poi dovrà lavorare la "filiera" che già opera sul campo che dovrebbe essere riorganizzata con il Desk Italia – voluto dall'ex premier Monti come sportello unico per le imprese estere – a coordinare e Invitalia, l'agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti, a fare da braccio operativo. Senza dimenticare il supporto dell'Agenzia Ice.
Poi ci dovrà essere la polpa delle misure che potrebbe finire in un decreto ad hoc: qui, grazie a una ricognizione dei principali ostacoli normativi e non che stoppano l'arrivo degli investitori, saranno inserite alcune norme "chirurgiche" di semplificazione contro burocrazia e colli di bottiglia presenti nei vari settori. Con lo spazio, se ci saranno le risorse, anche per incentivi e agevolazioni fiscali: l'idea è quella di prendere spunto dalle migliori prassi internazionali, come quella irlandese.
Il pacchetto di misure di «Destinazione Italia», una volta varato, sarà promosso all'estero con road show e missioni del Governo. Con l'obiettivo di tirare la volata prima al semestre Ue del 2014 a guida italiana e poi al grande evento dell'Expo 2015 quando i riflettori del mondo saranno tutti puntati su di noi.
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1 | Costituzione della task force
A guida Mae e Mise in raccordo con la presidenza del Consiglio la task force dovrà mettere a punto un rapporto entro settembre da sottoporre a consultazione pubblica
2 | Rapporto preliminare
Il primo draft presenta priorità, ostacoli specifici e possibili incentivi in tema di attrazione di investimenti. Conterrà analisi, proposte e domande per la consultazione
3 | Consultazione pubblica
Sul rapporto preliminare t si svolge un'ampia consultazione con parti sociali, regioni, rete diplomatica, multinazionali straniere, investitori, settori interessati
4 | Rapporto finale
Sulla base dei risultati della consultazione, viene finalizzato il rapporto finale
5 | Adozione da parte del Governo
Sulla base del rapporto il Governo vara un pacchetto normativo per migliorare il contesto nazionale in una visione strategica con delle priorità. La rete diplomatica e tutti gli attori della filiera operativa (tra cui Desk Italia, Invitalia, Ice) vengono attivati
6 | Promozione
Destinazione Italia viene promosso con iniziative importanti sul territorio nazionale e all'estero

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