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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2013 alle ore 13:56.

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ROMA - Entra nella fase chiave il percorso in Parlamento del "decreto del fare", con possibili modifiche su Fondo di garanzia, nuova "legge Sabatini", Agenda digitale. Domani inizia l'esame degli emendamenti da parte delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera con l'obiettivo di concentrare i lavori su 500 emendamenti (dei 1.500 giudicati ammissibili) e garantire l'approdo in Aula giovedì.

Il governo sta valutando la percorribilità degli emendamenti giudicati prioritari dai gruppi parlamentari, su alcuni dei quali potrebbe dare parere positivo in seguito ad eventuale riformulazione. Altre proposte saranno firmate direttamente dall'esecutivo. Il carnet si sta arricchendo nelle ultime ore: tra le ipotesi allo studio c'è un ulteriore rafforzamento della norma sul Fondo di garanzia per le Pmi. La misura massima della garanzia diretta potrebbe salire dal 70 all'80% anche per imprese che operano nelle «aree di crisi complessa». Al tempo stesso, si valuterebbe l'estensione al 90%, in questo caso per tutte le tipologie di operazioni, della misura massima di copertura della controgaranzia del Fondo (effettuata, cioè, su garanzia dei Confidi).

Si lavora anche sulla "nuova legge Sabatini" per il credito agevolato alle Pmi che acquistano macchinari produttivi. Tra le opzioni ci sarebbe l'estensione dei finanziamenti – oggi limitati a quelli concessi dalle banche – anche alle società di leasing. Sembrerebbe più complessa, sebbene in esame, l'estensione dei finanziamenti agevolati anche a progetti di innovazione tecnologica di processo e di prodotto inclusi i pc («soluzioni hardware e software»). Il principio di favorire la diffusione anche di beni immateriali è condiviso dall'esecutivo ma bisognerà fare i conti con l'esiguità del plafond a disposizione. Senza l'immissione di nuove risorse, infatti, l'allargamento della misura finirebbe automaticamente per restringere la disponibilità per macchine utensili e attrezzature produttive.

C'è fermento anche sul tema dell'Agenda digitale. Il viceministro alle Comunicazioni Antonio Catricalà ha predisposto una proposta per un voucher fino a 10mila euro da destinare a Pmi che adottano progetti di digitalizzazione (si veda Il Sole 24 Ore del 5 luglio). Tra le idee del viceministro – bisognerà vedere se attuabile già con il decreto del fare – c'è anche l'introduzione di meccanismi (anche economici) che tutelino i contenuti editoriali online che fanno la fortuna dei grandi "over the top" (Google, Youtube eccetera). Sotto forma di emendamento, inoltre, potrebbe rientrare una definizione serrata dei tempi per emanare i decreti attuativi sull'Agenda digitale previsti dal decreto crescita bis e ancora assenti all'appello. Quasi inevitabile, poi, un intervento per correggere l'articolo 10 sulla liberalizzazione del wi-fi. Va tenuto conto dei rilievi del garante per la Privacy che ha contestato l'obbligo di tracciare alcune informazioni relative all'accesso alla rete (come il cosiddetto "indirizzo fisico" del terminale, MAC Address).

In tema infrastrutture, il ministero guidato da Maurizio Lupi punta a recuperare gli emendamenti che reintroducono l'istituto dell'anticipo sui lavori (si ragiona sul 20%), cancellato dopo Tangentopoli. Confermato infine, con un emendamento proposto dal ministero della Salute, il tetto a 100 giorni per il periodo necessario all'inserimento di farmaci antitumorali e per le malattie rare nel Prontuario nazionale (quindi a carico del Servizio sanitario nazionale).
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