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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2013 alle ore 13:55.

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Arrivederci, dolce vita. Ecco perché i marchi del lusso cedono agli stranieri

"Arrivederci, dolce vita… gli italiani soccombono agli eleganti francesi". La cessione di Loro Piana al "gigante del lusso" francese Lhmv spinge anche l'Independent a domandarsi perché mai, uno dopo l'altro, i marchi più prestigiosi del "made in Italy" si stiano vendendo ai concorrenti stranieri.

C'è, certamente, l'appetito insaziabile di Bernard Arnault: l'uomo conosciuto come "il lupo del cachemire" ha "mostrato i muscoli" divorandosi Loro Piana, dopo essersi già ingoiato Bulgari, scrive Laura Chesters in un'analisi pubblicata sul sito web del quotidiano britannico. Ma Lvmh non è il solo a caccia di prede italiane. La holding Kering (ex Ppr), per esempio, si è appena comprata Pomellato.

Secondo Luca Solca, esperto di Exane Bnp Paribas interpellato dall'Independent, l'industria italiana del lusso ha "perso la nave" per creare un proprio impero. "Protagonisti come Lhmv e Kering adesso sono talmente grandi che pensare di costruire una Lhmv italiana non ha senso. Ma in passato i potenziali aggregatori italiani hanno fallito in circostanze di profilo piuttosto alto: basta pensare a Gft, Finpart o It Holding", grandi gruppi italiani che hanno venduto i loro marchi a causa di problemi finanziari.

"La disastrosa economia italiana non è stata d'aiuto", riconosce l'Independent. Una piccola azienda "non può crescere più di tanto in un'economia che soffre, rendendo ancora più difficile la concorrenza con le multinazionali che hanno maggiore potere d'acquisto".

Per Loro Piana, con la cessione dell'80% delle quote, ci sarà il vantaggio di forti sinergie. Come in ogni impresa a conduzione familiare "arriva un momento in cui bisogna passare la mano alla generazione successiva", osserva il quotidiano. Anche se può darsi che i rampolli non siano all'altezza dei padri, "le questioni di successione diventano sempre più difficili da risolvere quando una linea di discendenza si è esaurita o si è divisa in molteplici fazioni familiari".

Nel caso di Sergio e Pier Luigi Loro Piana, "non c'era un chiaro unico erede" del business familiare. Uno scenario comune. Proprio per la complessità delle partecipazioni familiari, due anni, fa il figlio di Salvatore Ferragamo, Ferruccio, aveva deciso di vendere tramite quotazione in Borsa il 25%.

Sia Ferragamo che Brunello Cucinelli si sono quotate in Borsa con successo. Perché non lo ha fatto anche Loro Piana, invece di diventare parte di un impero francese da 65,4 miliardi di euro? "Una quotazione sarebbe stata ben accolta dal mercato", osserva Solca, "ma i Loro Piana devono avere pensato che vendere era per loro un'opzione più facile e rapida". Così hanno in un certo senso "la botte piena e la moglie ubriaca": "Mantengono la loro posizione di leadership e ricevono i soldi".

Arnault ha fatto in modo che Lhmv possa accaparrarsi ogni marchio che desideri. "Ha una potente strategia M&A", nota Erwan Rambourg, esperto di Hsbc. "Dispone di alcuni manager italiani di altissimo profilo con le connessioni giuste e, soprattutto, ha ampi mezzi finanziari. Non molti possono spendere 2 miliardi di euro in un batter d'occhio".

I fratelli Loro Piana hanno concordato una serie di opzioni "put" e "call" per cui "potrebbero scegliere di non mantenere a lungo la loro quota" del 20%. E mentre Arnault "digerisce la sua ultima preda" conclude l'Independent, "probabilmente si domanda se gli uomini che gli hanno dato questo pasto così soddisfacente resteranno in giro ancora a lungo".

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