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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2013 alle ore 16:43.

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Investito da una bufera dopo le dichiarazioni - che ora ridimensiona - secondo le quali l'eccesso di tumori a Taranto non dipende dall'inquinamento dell'Ilva ma dall'elevato consumo di sigarette da parte dei tarantini essendo quella pugliese realtá marittima e portuale, Enrico Bondi, commissario dell'azienda, interviene per chiarire e dire tre cose.
La prima: non ho mai affermato, rileva Bondi, che il tabacco fa piú male delle emissioni dell'Ilva. La seconda: il parere trasmesso sulla Valutazione del danno sanitario sia alla Regione Puglia, che alle Agenzie regionali che si occupano di ambiente (Arpa) e di sanitá (Ares), è antecedente al commissariamento e costituisce solo un contributo che, precisa Bondi, ho ritenuto "doveroso" inoltrare nel testo che «mi era stato trasmesso».
La terza, che è sicuramente la piú importante visto le polemiche che si sono scatenate: «Tale parere tecnico non ha ovviamente alcuna incidenza né sulle iniziative ambientali in corso, né sul piano di risanamento ambientale dell'Ilva che è in elaborazione e che terrà conto sia dei rischi ambientali che di quelli sanitari. Tale piano è già impegnativo e richiede - afferma il commissario dell'Ilva - un quadro di riferimento certo e, possibilmente, un clima di lavoro e di collaborazione fra tutti i livelli istituzionali, indispensabile per fare dell'Ilva di Taranto uno degli stabilimenti più rispettosi dell'ambiente d'Europa».

Bondi allontana anche la tesi negazionista sull'inquinamento dell'Ilva che in molti, in queste ore, gli hanno rinfacciato, a partire dal governatore della Puglia, Nichi Vendola, che piú volte ha chiesto al Governo che si nominasse un commissario diverso da Bondi avendo questi ricoperto anche l'incarico di amministratore delegato dell'Ilva quando l'azienda era ancora pienamente gestita dalla famiglia Riva. Nella sua dichiarazione, infatti, Bondi evidenzia che le emissioni inquinanti dell'Ilva hanno avuto «rilevanti impatti anche sanitari», come dimostrano gli accertamenti scientifici e le indagini della Magistratura, e che il suo compito di commissario pubblico é quello del risanamento ambientale e dell'attuazione dell'Autorizzazione integrata ambientale. D'altra parte, l'Ilva é stata commissariata dal Governo con un decreto legge del 4 giugno scorso - decreto che giovedí ha avuto l'ok della Camera ed ora é passato al Senato - proprio perché in ritardo sulle prescrizioni del risanamento cosí come hanno accertato le ispezioni dell'Ispra.

Sindaco Taranto: frasi Bondi offesa per la cittá
Basteranno adesso i chiarimenti di Bondi a ridimensionare le polemiche? Lo si vedrá. Al di lá delle tantissime prese di posizione postate sui social network, politica e sindacato si sono subito mossi contro il commissario dell'Ilva. Interventi a raffica sia ieri che oggi. C'é chi, come Verdi e Cinque Stelle, ha chiesto le sue dimissioni da commissario, chi, come il Pd e il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, ha sollecitato massima chiarezza, e chi - è il caso del sindaco di Taranto, Ezio Stefáno - ha parlato di cittá offesa e di ammalati e morti che "gridano vendetta". Le dichiarazioni di Bondi sono quindi arrivate al termine di una mattinata difficile e tesa. In verità già ieri sera il ministro Orlando, nominando i tre esperti che dovranno redigere il piano delle misure ambientali dell'Ilva, nonché di prevenzione e protezione della salute di lavoratori e cittadini - il piano è previsto dal decreto legge -, aveva invitato Bondi per un chiarimento. L'intervento di oggi del commissario anticipa, in un certo senso, quanto il ministro gli ha sollecitato.

Arpa Puglia: Bondi ritiri la perizia e si affidi ai nuovi esperti
Che le frasi di Bondi riferite all'origine dei casi di malattia e di morte a Taranto potessero essere il "frutto" della vecchia Ilva, quella pre-commissariamento, lo aveva detto in mattinata anche Giorgio Assennato, direttore generale dell'Arpa Puglia. Assennato ha parlato subito di "errore grave" di Bondi e ha fornito una sua interpretazione sull'accaduto: la relazione spedita dall'Ilva é di tipo penale-difensivistico, sembra scritta piú per un processo che per rispondere alle nostre conclusioni in merito alla Valutazione del danno sanitario sull'Ilva. Si controbatte allo studio "Sentieri" dell'Istituto superiore di sanitá - per il quale nel periodo 2006-2007 i tumori a Taranto sono cresciuti del 30 per cento per gli uomini e del 20 per cento per le donne - e non si entra nel merito della Vds.

Insomma, aveva detto ancora Assennato, materiali scritti in passato dai consulenti dell'Ilva e spediti a noi. A sostegno della sua tesi, il direttore dell'Arpa Puglia aveva citato un altro elemento: il fatto che la lettera non fosse firmata anche da Edo Ronchi, il sub commissario Ilva delegato alle questioni ambientali. "Ma se quello di Bondi é stato sicuramente un errore grave - aveva aggiunto il dg dell'Arpa Puglia -, non tutti i mali vengono per nuocere. Adesso Bondi ritiri subito la lettera e la perizia e affidi al nuovo comitato di esperti nominato dal ministro, il compito di rispondere ai nostri rilievi in merito alla Valutazione del danno sanitario".

Cosa dice la Valutazione di danno sanitario
Nella Valutazione di danno sanitario (Vds) trasmessa all'Ilva, l'Arpa ha osservato che la nuova Aia rilasciata all'azienda dal ministero dell'Ambiente in ottobre é sicuramente migliore di quella del 2011 e riduce del 50 per cento l'impatto delle malattie sui cittadini che risiedono vicino alla fabbrica. Tuttavia se il dimezzamento é un segno apprezzabile, costituisce ancora, a giudizio dell'Arpa, un livello di rischio non marginale. Conclusioni: o l'Ilva interviene ulteriormente nel ciclo produttivo, abbattendo ancora gli inquinanti, oppure taglia la produzione, dagli 8 milioni di tonnellate di acciaio previsti dall'Aia a 7 milioni. A questi rilievi l'Ilva ha appunto risposto con la relazione che ha sollevato un vespaio di polemiche. Ora sará l'Arpa a replicare all'azienda all'interno del procedimento della Vds, chiarisce Assennato, inviando tutto alla Regione per le scelte conseguenti. L'Aia dell'Ilva, infatti, prevede che la Regione, a fronte di accertate criticitá, puó chiedere al ministero dell'Ambiente il riesame dell'autorizzazione.

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