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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2013 alle ore 16:59.

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Luis Barcenas, l'ex tesoriere del Partito Popolare al centro dello scandalo su fondi neri e tangenti che sta mettendo a rischio il governo spagnolo, ha ammesso oggi - secondo quanto riporta El Pais - di fronte ai magistrati di aver consegnato denaro in contante nel 2008, nel 2009 e nel 2010 all'attuale premier Mariano Rajoy e alla numero due del Partito popolare, il segretario generale, Maria Dolores de Cospedal.

È la prima volta che Barcenas, in carcere da fine giugno e sottoposto oggi a un lunghissimo interrogatorio, parla dei collegamenti tra la contabilità segreta e parallela del Partito conservatore e i pagamenti a Rajoy. Lo stesso Barcenas ha ammesso davanti al giudice istruttore dell'Audiencia Nacional, Pablo Ruz, di aver tenuto per vent'anni la contabilità in nero per il Partito popolare e che i documenti rivelati lo scorso 31 gennaio dal quotidiano El Pais sui conti segreti sono scritti di suo pugno. Sempre secondo la stampa spagnola, l'ex tesoriere, al quale vengono contestati 48 milioni di euro in conti svizzeri, ha consegnato ai magistrati una pen-drive con la contabilità occulta e le parti ancora sconosciute di quella manoscritta.

Di fronte alle nuove rivelazioni di Barcenas, il premier spagnolo ha escluso ogni ipotesi di dimissioni. «Difenderò la stabilità politica e completerò il mandato che mi è stato affidato dal popolo spagnolo», ha affermato Rajoy. «Lo Stato di diritto non cede ai ricatti, qui c'è un governo stabile. Chi presiede un governo non può inseguire insinuazioni, voci e informazioni interessate di tutti i tipi che si vanno pubblicando», ha aggiounto Rajoy respingendo le accuse. Il premier ha assicurato che lo scandalo non impedirà di portare avanti la sua agenda di riforme per combattere la recessione e risanare il bilancio.

Dal Partito socialista, è arrivata una nuova richiesta di dimissioni: «Il Partito popolare ha la maggioranza assoluta ma ha perso l'autorità morale. Lavoreremo con tutti gli altri partiti per far dimettere il primo ministro», ha dichiarato il vicesegretario socialista Elena Valenciano.

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