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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2013 alle ore 13:16.

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Angelino Alfano (LaPresse)Angelino Alfano (LaPresse)

ROMA - «Angelino Alfano deve dimettersi da ministro dell'Interno». M5S e Sel provano ad assestare il colpo mortale al Governo con due mozioni di sfiducia individuale, alla Camera e al Senato. Parlano di «gravissima» vicenda per l'espulsione di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Ablyazov. Ma il Pdl fa quadrato attorno ad Alfano. E il Pd rischia di spaccarsi di fronte a un voto segreto.

«Domani al massimo (oggi per chi legge, ndr)» assicura il ministro degli Esteri Emma Bonino, il capo della polizia Alessandro Pansa consegnerà la sua indagine: sarà «il documento ufficiale» che accerterà «fatti e comportamenti». E farà, come ha chiesto il premier Enrico Letta, «piena luce» in modo che chi è responsabile paghi. Anche perché lo stesso presidente del Consiglio fa sapere di essere amareggiato in questi giorni, e «preoccupato». Letta, ricordando il senso delle istituzioni di Beniamino Andreatta, si lascia andare a parole che hanno il sapore di uno sfogo. «L'affidabilità non si costruisce in un attimo, ma si perde in un attimo» osserva Letta, determinato perciò a fare chiarezza fino in fondo sul caso Ablyazov per ristabilire la credibilità del Governo.

Mentre si lavora, nel Governo, per rendere effettiva la revoca dell'espulsione decisa venerdì scorso e cercare di favorire il ritorno in Italia di madre e figlia. «Non appena in possesso» dell'inchiesta di Pansa, dice Dario Franceschini (Pd), il Governo riferirà alle Camere. Ma intanto Emma Bonino, «umanamente molto amareggiata» dalla vicenda, ribadisce che la Farnesina non era competente. Mentre Alfano, secondo le accuse dell'opposizione, avrebbe «omesso di vigilare sull'operato di una "polizia parallela" che agiva con atti di forte rilievo». Questa è la linea nei confronti del ministro dell'Interno contenuta nelle mozioni presentate da M5S e Sel. Parole molto forti per sottolineare come in modo «imbarazzante» si sia messa «a rischio la vita» della moglie di Ablyazov rispedendola in un Paese dove gli oppositori sono sottoposti a«tortura e sevizie». Ciò considerato, arriva a dire Nichi Vendola, «le dimissioni di Alfano sono un atto di igiene istituzionale».

Tra la presentazione delle mozioni di sfiducia e il voto devono passare almeno tre giorni. E le conferenze dei capigruppo di Camera e Senato per mettere il voto in calendario non sono ancora state convocate. Dunque, tutto potrebbe slittare a martedì della prossima settimana o anche oltre.

Un fattore, quello del tempo,che la maggioranza cercherà di giocare nella speranza che intanto si plachino le acque. Nel timore che il voto, che Sel chiederà sia segreto, si trasformi nel cavallo di Troia di chi, nella coalizione, vorrebbe affossare le larghe intese. «Chi ha sbagliato non potrà sottrarsi», dice il segretario del Pd Epifani, che aspetta di «capire cos'è successo». Ma nel Pd c'è imbarazzo e qualche timore. Pochi, come Pina Picierno, si dichiarano fin d'ora pronti a votare la sfiducia «se Alfano è responsabile». Ma potrebbero moltiplicarsi in caso di voto segreto. Occhi puntati in particolare sui renziani. Soprattutto dopo che Matteo Renzi dice di «aspettare» spiegazioni e aggiunge che la linea del Pd sarà «decisa sulla base di ciò che diranno segretario e gruppo, alla luce delle spiegazioni del governo». Anche il Pdl, falchi e colombe all'unisono, lanciano il sospetto che un'area Pd possa sacrificare Alfano - e dunque il governo - sull'altare delle larghe intese. «Il partito di Repubblica vuole usare Alfano come bomba umana per far esplodere l'esecutivo, per l'interesse di Renzi» sintetizza Daniela Santanché. L'intento è promuovere Renzi «alla testa del Pd e poi del Paese» accusa Brunetta. E il sindaco di Firenze replica stizzito: «Sembra che la dissidente l'abbia rapita io».

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