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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2013 alle ore 21:18.

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LONDRA - Un asse italo-britannico per riformare l'Unione Europea: questo l'invito che Enrico Letta ha rivolto al premier David Cameron stasera al suo arrivo a Londra. Nel suo primo impegno della visita ufficiale in Gran Bretagna, un discorso al prestigioso think tank londinese Chatham House, il primo ministro italiano ha voluto sottolineare soprattutto i punti di convergenza tra Roma e Londra.
Letta, che incontrerá Cameron domani, ha dichiarato che Roma e Londra condividono molti obiettivi e possono lavorare insieme per raggiungerli. "Abbiamo bisogno entrambi di una Ue piú concreta e meno retorica, e possiamo cooperare per renderla piú efficiente, - ha spiegato. – Possiamo lavorare insieme per rafforzare il mercato unico e combattere insieme per renderlo piú aperto verso l'esterno." Letta ha sottolineato in particolare l'importanza di concludere in tempi rapidi i negoziati commerciali con gli Stati Uniti perché "un mercato unico transatlantico porterebbe grandi benefici a tutti."

Il messaggio positivo che il premier italiano invierá al suo omologo britannico domani é che l'Europa puó cambiare e migliorare. "La fase acuta della crisi é stata superata, la crescita ripartirá entro la fine dell'anno e il 2014 sará un anno importante per il rilancio, - ha detto oggi Letta nel suo discorso. – La crisi ha dimostrato che nessuno Stato puó farcela da sola, neanche la Germania. Nessuno Stato ha la forza economica e politica di stare da solo, e tutti i Paesi membri hanno bisogno della forza collettiva della Ue. Size matters, le dimensioni sono importanti."

Letta ha anche spiegato chiaramente le ragioni della sua apertura a Londra: "Ritengo che in Europa stiamo sottovalutando il grande rischio che la Gran Bretagna esca dall'Unione Europea, - ha detto. – Bisogna fare di tutto per impedire che questo avvenga." Una Ue senza Gran Bretagna, ha sottolineato Letta, sarebbe "molto diversa, meno aperta e meno liberale." Cameron ha promesso un referendum sull'uscita dalla Ue entro il 2017, e secondo i sondaggi di opinione la maggioranza degli elettori britannici é favorevole a un divorzio da Bruxelles.

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