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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2013 alle ore 06:42.

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Al quarto interrogatorio, dopo cinque ore di domande dei magistrati, Luis Barcenas, l'ex tesoriere del Partito popolare, ha ceduto ammettendo di aver tenuto per vent'anni una contabilità in nero e soprattutto di aver dato soldi almeno fino al 2010, all'attuale premier spagnolo Mariano Rajoy e ai vertici del Partito popolare.
Barcenas, il personaggio chiave dello scandalo sui fondi neri del Partito popolare che sta mettendo a rischio il Governo spagnolo, ha dunque cambiato strategia difensiva. Dopo due settimane di carcere ha confessato ai magistrati - secondo fonti dell'accusa riportate dal quotidiano El Pais - di aver consegnato denaro in contante nel 2008, nel 2009 e nel 2010 a Rajoy, ma anche al numero due del Partito popolare, il segretario generale Maria Dolores de Cospedal: l'ultima volta nel marzo di tre anni fa per un importo di 25mila euro ciascuno.
Dal Partito socialista, è arrivata subito una nuova richiesta di dimissioni: «Il Partito popolare ha la maggioranza assoluta ma ha perso l'autorità morale. Lavoreremo con tutti gli altri partiti per far dimettere il primo ministro», ha dichiarato il vicesegretario socialista Elena Valenciano. E anche tra i popolari cresce il malumore: il vicepresidente del Parlamento Europeo, Alejo Vidal-Quadras, si è fatto promotore di una lettera che chiede un ricambio nella leadership del partito.
Ma di fronte alle accuse il premier spagnolo ha escluso ogni ipotesi di dimissioni. «Difenderò la stabilità politica e completerò il mandato che mi è stato affidato dal popolo spagnolo», ha affermato Rajoy, che non risulta indagato per alcun reato. «Lo Stato di diritto non cede ai ricatti, qui c'è un Governo stabile. Chi presiede un Governo non può inseguire insinuazioni, voci e informazioni interessate di tutti i tipi che si vanno pubblicando», ha aggiunto Rajoy assicurando che lo scandalo non gli impedirà di portare avanti la sua agenda di riforme per combattere la recessione e risanare il bilancio. Ad inguaiare il premier ci sono tuttavia anche una serie di messaggi di testo, pubblicati da El Mundo, che dimostrano i contatti anche recenti tra Rajoy e Barcenas sulla vicenda.
È la prima volta che Barcenas parla dei collegamenti tra la contabilità segreta e parallela del Partito conservatore e i pagamenti a Rajoy. Fino a ieri l'ex tesoriere aveva sempre negato ogni coinvolgimento, aveva fornito spiegazioni vaghe sui 48 milioni di euro che risulta aver accumulato nella banche svizzere. Arrivando a camuffare maldestramente la propria scrittura per aggirare la perizia calligrafica ordinata dal giudice sui documenti - noti ormai come i quaderni Barcenas - scoperti e diffusi dalla stampa spagnola già a fine gennaio.
Ieri Barcenas ha invece ammesso davanti al giudice istruttore dell'Audiencia Nacional, Pablo Ruz, di aver tenuto per vent'anni la contabilità in nero per il Partito popolare e che i documenti rivelati da El Pais sui conti segreti del Partito popolare sono scritti di suo pugno. Avrebbe inoltre consegnato ai magistrati una pen-drive con la contabilità occulta e le parti ancora sconosciute di quella manoscritta.
Secondo i documenti in mano ai giudici risulta che nove grandi imprese di costruzione avrebbero versato in modo illegale al Partito popolare almeno 7,5 milioni di euro, aggirando la legge sul finanziamento dei partiti politici. L'inchiesta per ora si ferma qui ma i magistrati stanno cercando le prove per collegare i finanziamenti del partito popolare agli appalti per la realizzazione di opere pubbliche. Se le troveranno l'accusa diventerà ben più grave: si tratterebbe di corruzione. E per Rajoy non ci sarebbero più difese.
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LO SCANDALO CHE FA VACILLARE IL GOVERNO
I quaderni Barcenas
Il quotidiano El Pais a fine gennaio pubblica alcuni documenti esclusivi che svelano una contabilità occulta tenuta per vent'anni dal Partito popolare. Da subito l'ex tesoriere Luis Barcenas emerge come la figura chiave dello scandalo
La magistratura apre un'inchiesta con l'accusa di finanziamento illecito ai partiti. Indagate nove grandi imprese di costruzioni. Si fanno i nomi del premier Mariano Rajoy e di altri responsabili del Partito popolare
Le accuse al premier Rajoy
Barcenas viene arrestato a fine giugno, i magistrati gli chiedono conto di 48 milioni di euro depositati nelle banche svizzere
Barcenas dice di aver dato denaro contante in nero a Rajoy: 25mila euro l'ultima volta nel 2010. Il premier, che non risulta indagato, continua a negare ogni coinvolgimento

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