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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2013 alle ore 06:43.

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MILANO
Un anno e otto mesi di reclusione. È la pena che il tribunale di Milano ha inflitto ieri al presidente e amministratore delegato di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, giudicato colpevole di ricettazione in uno dei filoni d'inchiesta sui "dossier illegali" di Telecom Italia. È un cd-rom nato da un'operazione di hackeraggio ai danni dell'agenzia investigativa Kroll a mettere nei guai il numero uno della Pirelli, che finora era uscito indenne dai processi sui dossier illeciti preparati dalla ex security di Telecom.
«Rispetto la sentenza – ha dichiarato Tronchetti in una nota – ma non posso non evidenziare che sono stato condannato per aver denunciato chi ci spiava. Farò ricorso, convinto che la verità emergerà. Mai ho avuto informazioni relative all'acquisizione illecita di materiale Kroll. Non appena entrammo in possesso di tale documentazione, la inviammo all'autorità brasiliana» che fece arrestare «i soggetti ritenuti responsabili». Tronchetti ha annunciato che «intende comunicare a Mediobanca la sua volontà di sospendersi dalle cariche di vicepresidente e consigliere sino al pronunciamento del giudizio di appello».
Il tribunale ha concesso a Tronchetti le attenuanti generiche e la sospensione condizionale della pena e lo ha condannato al risarcimento dei danni, da stabilire in sede civile, nei confronti di Telecom Italia, del finanziere Daniel Dantas e dell'ex amministratore delegato di Brasil Telecom, Carla Cico. Nel frattempo Tronchetti dovrà versare una provvisionale di 900mila euro a Telecom Italia (che aveva chiesto 6 milioni di euro) e di 400mila euro a Carla Cico (la richiesta era di 1,8 milioni di euro). Il giudice Anna Calabi – accogliendo la richiesta del pm Alfredo Robledo – ha anche ordinato la trasmissione degli atti alla procura per eventuali profili di falsa testimonianza a carico degli avvocati Francesco Chiappetta e Francesco Mucciarelli, all'epoca entrambi nell'ufficio legale di Telecom. Per Tronchetti, Robledo aveva chiesto una pena di due anni di carcere.
La ricettazione di cui Tronchetti è stato giudicato colpevole riguarda un cd-rom di dati su Pirelli, Telecom, Tronchetti e sua moglie Afef Jnifen, raccolti dall'agenzia di investigazione Kroll e poi hackerati dagli uomini dell'ex manager della security Telecom, Giuliano Tavaroli. Secondo Robledo, Tronchetti Provera era consapevole della provenienza illecita di quei dati. Nella requisitoria, Robledo aveva ricostruito i fatti raccontando di una riunione nel 2004 tra Tavaroli, Tronchetti Provera e gli avvocati Mucciarelli e Chiappetta, nella quale quest'ultimo «espose il problema» dei dati ottenuti in modo illecito dagli uomini di Tavaroli. Durante la riunione si decise di «inviare quel cd in forma anonima alla segreteria di Tronchetti» per poi consegnarlo alle autorità italiane. Per il pm Tronchetti «sapeva della provenienza illecita, anche perché altrimenti che bisogno ci sarebbe stato di quell'invio in forma anonima?».
Ma Tronchetti, nella nota diffusa ieri contesta questa ricostruzione: «La sentenza di oggi in primo grado – scrive – si fonda esclusivamente sulle dichiarazioni di un teste che in questa lunga storia ha dichiarato tutto e il suo contrario, tanto da essere definito "ambiguo" anche dallo stesso pm. Non sono state portate prove, perché non ne esistono, che confermino la ricostruzione di Tavaroli. Oggi – conclude Tronchetti – non solo vengo condannato, ma mi si chiede di risarcire da un lato il soggetto che avevo tutelato, Telecom Italia, e dall'altro proprio quei soggetti che risultavano essere i mandanti dell'azione in nostro danno».
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