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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2013 alle ore 12:58.

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È quasi sempre stato presente prima da capo della Procura di Palermo e poi da capo della Procura nazionale antimafia alle manifestazioni in ricordo della strage di Via D'Amelio. Ora da presidente del Senato Pietro Grasso torna a parlare di Paolo Borsellino e delle altre vittime di mafia in una circostanza ufficiale e dal grande valore istituzionale: la commemorazione nell'aula del Senato che al termine dell'intervento del presidente ha osservato un minuto di silenzio. Lavori parlamentari fortemente caratterizzati dall'anniversario. Come dimostra l'intervento del presidente del Consiglio Enrico Letta che dice: «L'importante approvazione della Camera dell'articolo 416-ter sul voto di scambio politico-mafioso va nella logica del contrasto alla criminalità organizzata e nel solco della "memoria" di Paolo Borsellino. È anche impegno nostro che il provvedimento arrivi entro l'estate all'approvazione in Senato. Sarebbe la migliore risposta nel richiamo di oggi alla memoria che deve unirci tutti e vederci ancora più impegnati». Un punto importante e Grasso non si sottrae prendendo un impegno ufficiale: ««Per dare un ulteriore segnale positivo e un ulteriore contributo alla memoria delle vittime della mafia, ho provveduto ad assegnare alla commissione giustizia del senato in sede deliberante il testo approvato dalla camera, in modo da riuscire, con la stessa sensibilità e la stessa celerità dimostrata ieri, ad approvare definitivamente la modifica del 416-ter prima della pausa estiva». Nei giorni scorsi infatti la Camera ha approvato all'unanimità la modifica dell'articolo 416-ter sullo scambio elettorale politico mafioso, dando una risposta ai 275.000 cittadini che hanno firmato la campagna 'Riparte il futuro', promossa da Libera e sottoscritta da deputati e senatori di tutti i gruppi parlamentari.

Un impegno che è in perfetta continuità con il discorso fatto dal presidente del Senato: «La lotta alla mafia non può essere solo una battaglia di ideali – ha detto Grasso –: dobbiamo intervenire sulle condizioni di sviluppo e dobbiamo dare ai magistrati gli strumenti e le risorse per combattere la mafia anche attraverso la repressione dei reati correlati, a partire da quelli di corruzione, falso in bilancio, riciclaggio e autoriciclaggio». Altro dato concreto: ieri il Senato ha approvato all'unanimità la legge istitutiva della commissione parlamentare antimafia «riconoscendo l'urgenza – ha detto il presidente – di dare subito al Parlamento un'importante strumento di indagine». Il resto dell'intervento di Grasso è stato dedicato al ricordo di Paolo e della strage: «Ricordo come fosse ieri - ha detto Grasso - quel 19 luglio del 1992, quando appresi dell'uccisione. Erano trascorsi poco meno di due mesi dalla morte di Falcone e l'Italia perdeva nuovamente un valoroso magistrato, un fedele servitore dello Stato. Paolo Borsellino ha sacrificato la sua vita perché la nostra fosse migliore; ha vissuto e lavorato per la giustizia, considerandola non solo una professione, ma prima di tutto una missione. Oggi voglio ricordare non solo il magistrato con il quale ho avuto la fortuna di lavorare, ma anche l'uomo che ho avuto il privilegio di conoscere e di apprezzare nelle sue qualità più intime e personali. Ricordo benissimo l'anno in cui conobbi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: era il 1979. Ero stato chiamato a collaborare al maxiprocesso e mi sentii onorato e emozionato, perché sapevo che da loro avrei imparato tanto. Delle numerose giornate passate a studiare gli atti non posso dimenticare l'affetto e il sostegno di Paolo, il suo entusiasmo, la tenacia con la quale affrontava ogni giorno il suo lavoro, pur sapendo che questo gli sarebbe costato la sua stessa vita. Per me - ha detto ancora Grasso - è stato un grande maestro, sempre prodigo di suggerimenti e di chiarimenti, sempre motivato ad andare avanti con la serenità di un cittadino comune. Il profumo della sua terra di Sicilia, il calore della gente che iniziava a venir fuori dal guscio di omertà, rappresentavano per lui linfa vitale. In quegli anni, il lavoro di Falcone e Borsellino ebbe il grande merito di creare una rivoluzione culturale, di smuovere gli animi e le coscienze di tutti coloro che non erano più disposti ad accettare passivamente la presenza della mafia». E infine un saluto ai figli di Paolo cui va, ha detto Grasso, «Un pensiero particolare -ha detto- voglio rivolgere ai familiari tutti ma soprattutto ai figli di Paolo Borsellino, che poche settimane fa hanno perso la madre Agnese: una donna che per venti anni ha messo ogni sua forza nel cercare e nel difendere la verità sulla vita e sulla morte del marito Paolo».

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