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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2013 alle ore 10:52.

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Naufragio Costa Concordia, prime condanne per omicidio: 5 patteggiano

Prime condanne per i 32 morti nel naufragio della Costa Concordia. Il giudice dell'udienza preliminare Pietro Molino ha confermato tutti i patteggiamenti per 5 co-indagati con Schettino: Ciro Ambrosio, Silvia Coronica, Jacob Rusli Bin, Roberto Ferrarini e Manrico Giampedroni, tutti accusati di omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. Il sesto indagato è l'ex comandante Francesco Schettino, l'unico per il quale la Procura ha rifiutato la proposta di patteggiamento. La condanna più alta patteggiata per il disastro della Costa Concordia è per il capo dell'Unità di crisi di Costa Crociere, Roberto Ferrarini, a 2 anni e 10 mesi. L'hotel director della Costa Concordia Manrico Giampedroni ha patteggiato 2 anni e 6 mesi. L'ufficiale in plancia Ciro Ambrosio ha avuto 1 anno e 11 mesi, l'altro ufficiale Silvia Coronica 1 anno e 6 mesi, il timoniere Jacob Rusli Bin 1 anno e 8 mesi.

Gli ufficiali in plancia Ciro Ambrosio e Silvia Coronica, e il timoniere Jacob Rusli Bin sono stati condannati anche per naufragio colposo. La sentenza è stata letta stamani alle parti dal giudice Molino nel Teatro Moderno di Grosseto.

Il naufragio, avvenuto il 13 gennaio 2012, coinvolse 4.229 persone a bordo, tra passeggeri e membri dell'equipaggio. Morirono 32 persone, di due sono sono ancora stati trovati i corpi. Centinaia furono i feriti e ingenti i danni causati dalla manovra che fece finire la nave contro gli scogli dell'Isola del Giglio.

Il procuratore: minimali le colpe dei condannati
Secondo il gup di Grosseto, la struttura di comando della Concordia era «pressoché totalmente verticistica», in cui, «per espressa previsione normativa che gerarchizza il rapporto tra i soggetti operanti nell'organizzazione medesima, le singole possibilità di intervento nell'ambito delle rispettive posizioni di responsabilità e garanzia, cedono il passo a fronte di scelte decisionali di segno differente e opposto adottate dal titolare del comando». Il gup, nel valutare la congruità della pena, ha ritenuto che le posizioni «assumono rilievo evidentemente ridotto rispetto alla condotta del coimputato, che rivestiva la posizione di comando sulla nave». «La colpa del fatto che la nave sia andata a sbattere contro gli scogli del Giglio è di Francesco Schettino. Gli altri imputati hanno avuto responsabilità minimali, sia pur a diverso titolo», ha sottolineato il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, commentando le cinque condanne, in patteggiamento, concesse del gup, questa mattina. «Il vero tema - ha concluso Verusio- sarà di stabilire l'entità della condanna di Schettino».

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