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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2013 alle ore 08:13.

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Per il momento è ancora sulla carta, ma il documento unico di regolarità tributaria (Durt), previsto da un emendamento al Dl 69/2013, viene già bocciato da una parte del mondo imprenditoriale.
Secondo quanto previsto dall'emendamento a firma del deputato Girolamo Pisano del M5S, e approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, viene prevista una nuova procedura per esonerare l'appaltatore dalla responsabilità solidale.
A oggi, per effetto delle modifiche apportate dall'articolo 50 del decreto legge 69/2013 all'articolo 13-ter del Dl 83/2013, la disciplina sulla responsabilità solidale in materia di appalti di opere e servizi prevede in primo luogo la responsabilità dell'appaltatore con il subappaltatore per il versamento delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente (e non più anche dell'Iva dovuta) in relazione alle prestazioni effettuate nell'ambito del rapporto di subappalto. La responsabilità, che è comunque limitata all'ammontare del corrispettivo dovuto, può essere evitata ottenendo, anteriormente al pagamento del corrispettivo, la documentazione che attesta la corretta esecuzione dei versamenti scaduti da parte del subappaltatore, cioè il Durt. In sostanza questo documento certifica l'inesistenza di debiti tributari per imposte, sanzioni e interessi scaduti e non estinti dal subappaltatore alla data di pagamento del corrispettivo. Viene inoltre confermata una sanzione amministrativa da 5.000 a 200.000 euro in capo al committente nel caso in cui questi paghi l'appaltatore senza essere in possesso della documentazione prevista.
Tuttavia, la circolare 40/E/2012 dell'agenzia delle Entrate ha chiarito che la documentazione può essere costituita da un'autodichiarazione resa in base all'articolo 46 del Dpr 445/2000 che attesti il regolare adempimento degli obblighi richiesti da parte del subappaltatore. Quindi la responsabilità solidale dell'appaltatore è esclusa se quest'ultimo ottiene dal subappaltatore l'autodichiarazione.
Appare ragionevole ritenere che il Durt, se definitivamente introdotto, debba essere considerato uno strumento alternativo rispetto all'autocertificazione, perché gli uffici dell'Agenzia potrebbero essere chiamati a rilasciare un numero consistente di dichiarazioni con l'ovvio allungamento dei tempi. In questo senso occorre tenere presente che l'appaltatore e il committente sono legittimati a non pagare il corrispettivo della prestazione fino al rilascio della documentazione.
Una sonora bocciatura della novità è arrivata ieri da Rete Imprese: «Deve essere cancellato - ha affermato il presidente Ivan Malavasi - l'emendamento al decreto del fare che rischia di dare il colpo di grazia a molte imprese già messe a dura prova da una crisi che sembra non avere fine. Con un procedimento paradossale si chiede alle imprese di comunicare periodicamente all'agenzia delle Entrate i dati delle buste paga al fine di consentire alla stessa Agenzia di accertare che le imprese sono in regola con il fisco». Secondo Rete Imprese il provvedimento aumenta gli adempimenti burocratici a fronte della richiesta delle aziende di andare nella direzione opposta.
L'emendamento prevede che per il rilascio del Durt in via digitale le Entrate realizzino un portale dedicato tramite cui acquisire le informazioni necessarie anche utilizzando il sistema Uniemens dell'Inps. In attesa della fatturazione elettronica, però, i soggetti d'imposta devono trasmettere «per via digitale i dati contabili e i documenti primari relativi alle retribuzioni erogate, ai contributi versati e alle imposte dovute».
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IN SINTESI
Prima versione
Nella versione licenziata dal Governo, il decreto legge 69/2013 interviene, per quanto riguarda la responsabilità solidale negli appalti, escludendo l'applicazione della stessa in relazione all'Iva, e lascia inalterata, invece, la parte relativa alle ritenute da lavoro dipendente
Modifiche
Mentre in precedenza l'appaltatore per tutelarsi poteva chiedere al subappaltatore un'autocertificazione, come precisato dall'agenzia delle Entrate, ora viene introdotto
il documento unico di regolarità tributaria, ma non
è chiaro se questo manda in pensione l'autocertificazione

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