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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2013 alle ore 11:07.

Torino - Mentre il pm di Torino Marco Gianoglio stava da poco meno di un'ora interrogando Jonella Ligresti, al V piano dell'ala D del Tribunale Mario Caccia di Torino, è piombata la notizia che l'indagine sul bilancio di Fondiaria-Sai si sta ampliando.
La Guardia di Finanza di Torino, infatti, ha notificato tre ulteriori avvisi di garanzia nell'ambito dell'indagine "Fisher-Lange". Salgono, così, a 18 gli indagati, comprese le società Fondiaria Sai e Milano Assicurazioni.
A finire sotto la lente di inquirenti e investigatori, l'operato del collegio sindacale, di cui dovrà essere approfondita l'attività di vigilanza sul bilancio 2010, ritenuto falso in base alle indagini effettuate dai magistrati e dai finanzieri torinesi. In particolare, i nuovi indagati sono il presidente ed i due membri titolari dell'organismo di controllo interno a Fonsai, Benito Giovanni Marino, Marco Spadacini e Antonino D'Ambrosio.
Le Fiamme Gialle, su disposizione del procuratore aggiunto Vittorio Nessi e del sostituto procuratore Marco Gianoglio, hanno notificato gli avvisi di garanzia ai sindaci presso i relativi studi professionali di Milano e Roma. I reati contestati sono, a titolo di concorso, falso in bilancio, manipolazione del mercato e falso in prospetto; fattispecie queste già ascritte all'intera famiglia Ligresti, al manager Antonio Talarico e agli ex amministratori delegati Emanuele Erbetta, interrogato ieri a Torino e Fausto Marchionni, che sarà invece ascoltato oggi pomeriggio.
L'ipotesi investigativa è che l'inerzia del collegio sindacale abbia favorito l'approvazione di un bilancio falso, con evidenti riflessi sul mercato, circa l'occultamento del deficit nella "riserva sinistri" di almeno 600 milioni e, di conseguenza, la piena attendibilità del prospetto informativo, redatto in occasione dell'aumento di capitale da 450 milioni effettuato nel 2011.
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