Tutte le aree "calde" del Mediterraneo
Nazione per nazione, il punto sulle zone dove in passato si sono verificati disordini
di Michele Pignatelli
7. Iran verso una linea più morbida
Le elezioni presidenziali del 14 giugno sono state vinte da Hassan Rohani, unico candidato sostenuto dai riformisti, che ad agosto subentrerà al "falco" Mahmoud Ahmadinejad. Il neopresidente ha subito suscitato aspettative di un allentamento delle tensioni con la comunità internazionale sull'annoso dossier nucleare, la corsa all'atomica di Teheran che ha fatto crescere negli ultimi mesi il rischio di un intervento militare israeliano.
Rohani, conservatore moderato, ha tra l'altro ricoperto, nei primi anni Duemila, proprio il ruolo di capo negoziatore e avrebbe forse potuto già chiudere il dossier nucleare, se non fosse stato frenato.
Un ammorbidimento della linea iraniana potrebbe essere dettato anche da motivazioni economiche: attualmente il Paese risente delle sanzioni economiche imposte da Unione Europea e Stati Uniti che stanno in particolare prendendo di mira il settore bancario e quello petrolifero. Rimane ovviamente tutta da verificare alla prova dei fatti anche la posizione iraniana sulle questioni regionali più calde: rapporti con Israele, Libano (e Hezbollah), Siria.
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