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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2013 alle ore 16:02.

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Presentato un ddl bipartisan per valutare l'impatto di genere delle politiche pubbliche

Un ddl bipartisan per valutare l'impatto delle politiche pubbliche secondo le differenze di genere. È stato presentato oggi a Palazzo Madama dalle senatrici Valeria Fedeli e Rita Ghedini del Pd, ma al ddl hanno aderito le senatrici di tutti i gruppi. L'obiettivo è quello di superare i ritardi accumulati dall'Italia in questo settore, dopo l'impegno assunto a Pechino nel 1995 nella Conferenza dell'Onu sulla condizione femminile e dopo successive indicazioni e direttive dell'Unione Europea.

Fedeli (Pd): i decisori pubblici non valutano l'impatto su donne e uomini delle politiche
«A nessuno dei decisori pubblici - ha sottolineato la vice presidente del Senato Valeria Fedeli - viene in mente di definire qual sia l'impatto rispettivamente sulle donne e sugli uomini delle politiche adottate» o che si vogliono adottare, secondo il modello definito del 'Mainstreaming' a livello europeo fin dal 2006. «Da un lato - ha spiegato la senatrice - si tratta di colmare questo vuoto, dall'altro di avere a disposizione uno strumento statistico in grado di misurare la situazione ex ante e individuare quella ex post» della decisione del Parlamento e di altre assemblee. «L'obiettivo del mainstreaming - ha ricordato Valeria Fedeli - è quello di evidenziare che ogni scelta riguarda donne e uomini».

Ghedini: costringere le istituzioni pubbliche a rispondere delle scelte politiche
Per Rita Ghedini, poi, «è un modo per 'costringere' tutte le istituzioni pubbliche a rispondere delle scelte politiche». Proprio per questo il ddl prevede l'istituzione presso il Dipartimento per le Pari opportunità di un Osservatorio consultivo sull'impatto di genere della regolamentazione pubblica. L'Osservatorio dovrà effettuare ricognizioni della normativa di genere vigente, raccoglie dati comparabili sulla parità di genere, quantifica le ricadute sull'occupazione femminile degli investimenti e delle politiche pubbliche su occupazione e informazione. Dovrà anche avviare sperimentazioni finalizzate alla definizione di metodologie e indicatori per la misurazione di fenomeni sociali ed economici. Trasmetterà al Governo e al Parlamento entro il 30 giugno di ogni anno una relazione sull'attività svolta e su quella da svolgere l'anno successivo. In allegato dovrà avere dati statistici, analisi quantitative sull'impatto di genere della regolamentazione. In base a questi dati sarà possibile portare avanti una legislazione più attenta alle esigenze delle donne e più rispettosa della parità.

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