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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2013 alle ore 15:06.

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Internet, primo sì dell'Agcom al regolamento sul diritto d'autore - Il documento

Procedimento solo su istanza del soggetto legittimato, e non d'ufficio, tempi del procedimento ridotti a 10 giorni, a fronte dei 45 ordinari e, in caso di violazione accertata del diritto d'autore, emanazione di un ordine rivolto agli Internet Service Provider di far cessare la violazione stessa.

Sono questi i punti principali dello schema di regolamento - relatori i consiglieri Francesco Posteraro e Antonio Martusciello - per la tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica che è stato approvato questa mattina all'unanimità dal Consiglio dell'Agcom. Il testo sarà posto in consultazione pubblica per sessanta giorni e trasmesso alla Commissione europea per il parere. La speranza negli uffici dell'Authority di via Isonzo è che l'approvazione definitiva possa aver luogo entro il prossimo mese di novembre. L'entrata in vigore del regolamento sarebbe in tal caso prevista per febbraio 2014.

Il provvedimento era atteso da tempo e invocato a gran voce dagli operatori che alla nuova Authority presieduta da Cardani hanno chiesto di portare a termine il lavoro iniziato e mai concluso da parte dell'Agcom sotto la presidenza di Corrado Calabrò. Lo scorso anno infatti, prima dell'insediamento dei nuovi componenti dell'Agcom, l'Autorità è arrivata a un passo dall'adozione di un regolamento. Dopo una lunghissima fase istruttoria, il "provvedimento regolamentare, di tipo amministrativo" messo a punto dall'Agcom sotto la presidenza Calabrò prevedeva la rimozione selettiva di contenuti abusivi, la responsabilizzazione dei provider con richiesta di cooperazione per il contrasto dell'illegalità, campagne di informazione per sensibilizzare l'utenza e sostegno alla promozione dell'offerta legale di contenuti digitali.

Tutto è però caduto prima del traguardo finale, con la patata bollente rimasta nelle mani della nuova Agcom. che in questo caso ha tenuto fede a quanto lo stesso Cardani ha ripetuto nell'ultima audizione alla Camera, lo scorso 10 luglio, quando affermò che il provvedimento avrebbe visto la luce «entro l'estate».

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