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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2013 alle ore 06:44.

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ROMA
Il sigillo prestigioso è quello del suo predecessore. «Ho accolto con grande soddisfazione la notizia della nomina da parte del Csm a procuratore nazionale antimafia di Franco Roberti – ha infatti dichiarato l'attuale presidente del Senato Piero Grasso -, un magistrato unanimemente apprezzato per la professionalità e l'impegno nella lotta alla criminalità organizzata».
Roberti, napoletano, 61 anni – dal ‘76 pretore a Borgo San Lorenzo, dal '79 giudice a Sant'Angelo dei Lombardi, dall'82 sostituto a Napoli, dal '93 sostituto alla Dna di Roma, dal 2001 procuratore aggiunto a Napoli e infine dal 2009 Procuratore di Salerno – nel plenum del Csm, riunito ieri per la nomina, ha battuto al ballottaggio Roberto Alfonso (Procuratore di Bologna), dopo aver lasciato indietro gli altri due candidati Guido Lo Forte (Procuratore a Messina)e Luigi De Ficchy (Procuratore a Tivoli).
Roberti, magistrato apprezzatissimo in ogni campo in cui ha operato – tra gli altri quelli della ricostruzione dopo il terremoto del 1980 in Campania, la lotta alla criminalità organizzata (in particolare contro la "nuova famiglia") e il contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione e l'economia (in particolare quello del Banco di Napoli) – appena nominato ha affermato di voler proseguire in una linea di continuità con chi l'ha preceduto al timone della Procura nazionale antimafia e ha detto che stilerà un programma solo dopo essersi insediato il 10 agosto.
Certo è che non perderà tempo nel ridare fiato ad una Procura che, dopo l'uscita a gennaio di Grasso, era rimasta pericolosamente senza timone.
È vero che Roberti dovrà prima insediarsi ma è anche vero che il 4 marzo 2013 lo stesso Roberti ha presentato un "Progetto di massima in ordine alle linee organizzative generali della Direzione nazionale antimafia" che, come ha affermato due giorni fa il consigliere Francesco Cassano nella proposta di nomina a capo della Dna presentata alla V Commissione del Csm, «appare il frutto della profonda e completa conoscenza da parte di Roberti del fenomeno della criminalità organizzata, delle dinamiche proprie dell'ufficio cui aspira e delle competenze del medesimo».
Sul piano delle indicazioni da tradurre in modifiche normative, Roberti nel documento prospettava di attribuire al Procuratore nazionale la titolarità della proposta di misura di prevenzione patrimoniale, coerentemente con le funzioni di coordinamento e impulso in materia di misure di prevenzione e nell'ottica di una maggiore coerenza del sistema in raccordo con le funzioni tipiche del procuratore nazionale antimafia. Altro obiettivo programmatico è quello di attribuire alla Dna il coordinamento delle indagini in materia di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico e l'aumento dell'organico da 20 a 25-30 unità.
Sul versante strettamente organizzativo, Roberti prospetta di rendere maggiormente efficace la funzione di impulso del Procuratore nazionale nei confronti dei procuratori distrettuali, al fine di un effettivo coordinamento delle attività di indagine, di un razionale impiego della polizia giudiziaria e nell'ottica della completezza e tempestività delle investigazioni.
r.galullo@ilsole24ore.com
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CHI È
Il nuovo Procuratore
Franco Roberti, napoletano, 61 anni, è stato dal '93 sostituto alla Dna di Roma, dal 2001 procuratore aggiunto a Napoli e dal 2009 Procuratore di Salerno
Le funzioni
Tra le funzioni di impulso del procuratore nazionale antimafia: rendere effettivo il coordinamento delle attività di indagine, garantire la funzionalità dell'impiego della polizia giudiziaria, assicurare la completezza e tempestività delle investigazioni, risolvere eventuali conflitti riguardanti lo svolgimento delle indagini

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