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Questo articolo è stato pubblicato il 26 luglio 2013 alle ore 19:05.

Sono 75 i morti degli scontri tra forze della sicurezza e sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi nei pressi della moschea Rabaa el Adaweya, al Cairo. Lo dice l'agenzia ufficiale Mena, di fatto confermando il numero di vittime annunciato dai Fratelli musulmani. La tv Al Jazeera ha parlato di 120 morti e oltre 4.500 feriti nei duri davanti alla moschea di Rabaa el Adaweya, dove si erano riuniti i sostenitori del deposto presidente egiziano.
Intanto Morsi starebbe per essere trasferito nel carcere di Tora, alla periferia del Cairo, dove si trova anche il suo predecessore Hosni Mubarak insieme ai figli Gamal e Alaa. Lo sostiene il canale in lingua araba dell'emittente Sky News, ma la notizia non trova per ora conferma ufficiale.
A ben 23 giorni dalla deposizione di Morsi ad opera dei militari, gli Stati Uniti hanno deciso che non si è trattato di un colpo di stato per non essere costretti a tagliare - come prevede esplicitamente la legge - gli aiuti militari (1,5 miliardi) forniti al Cairo. O meglio, hanno scelto di non scegliere.
«La legge non ci obbliga ad assumere una decisione formale se si sia trattato di un golpe e non è nostro interesse nazionale adottare una scelta», ha spiegato un alto funzionario dell'amministrazione Obama aggiungendo che la Casa Bianca «lavorerà con il congresso per stabilire come continuare a sostenere l'Egitto in una maniera che incoraggi il governo ad interim a procedere ad una rapida e responsabile transizione per riportare ad un governo stabile, democratico, inclusivo, guidato da civili che risponda alla necessità di rispettare i diritti e la liberta del suo popolo».
Ancora non è stata fissata una data per evacuare la piazza dei pro Morsi. A dirlo il ministro dell'interno egiziano Mohamed Ibrahim in una conferenza stampa. «A Dio piacendo il sit-in finirà ma non vogliamo farlo ancora per il timore di un bagno di sangue. Speriamo che lo facciano prima loro», ha detto Mohamed Ibrahim annunciando una "grande operazione" anti terrorismo in Sinai. Quanto all'ex presidente Mohamed Morsi ha solo detto di ritenere che sarà portato alla prigione di Tora. Il ministro ha poi fatto più volte appello alla "saggezza" dei leader della fratellanza spiegando che sull'evacuazione della piazza di Rabaa el Adawyea il ministero dell'Interno lavora in stretto coordinamento con le l'esercito e che la decisione di evacuarla sarà presa dopo le valutazioni della procura. «Vogliamo agire in un quadro di legalità», ha affermato Ibrahim.
Intanto l'Alto rappresentante della politica estera della Ue, Catherine Ashton, ha «profondamente deplorato la perdita di vite» in Egitto, dove decine di persone sono morte durante la scorsa notte duranti gli scontri fra polizia e sostenitori dell'ex presidente Mohamed Morsi. La Ashton ha fatto appello a tutte le parti per evitare le violenze, sottolineando che «la sola soluzione è un rapido ricorso a un processo di trasformazione «che includa tutti i gruppi politici», compresa la Fratellanza Musulmana, il partito di Morsi.
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