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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2013 alle ore 07:26.

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Paradisi fiscali: evasione e riciclaggio, sequestrati 8 milioni tra Palermo e Milano

Evasione fiscale internazionale, riciclaggio, appropriazione indebita, intestazione fittizia di beni. Un sistema di triangolazione con società con sede in paradisi fiscali, al fine di permettere l'uscita di capitali attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti.

È quanto accertato dalla Guardia di di finanza di Palermo che, nell'ambito dell'operazione «Screen», ha eseguito nel capoluogo siciliano, a Roma e Milano un sequestro d'urgenza per 8 milioni di euro in titoli di credito, a carico di due imprenditori palermitani operanti nel settore del trasporto marittimo internazionale di merci.

L'operazione, coordinata dai sostituti procuratori di Palermo Claudia Bevilacqua e Calogero Ferrara e condotta dal Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle, con il supporto del II Reparto del Comando generale del Corpo, si inserisce in un più ampio contesto investigativo internazionale che ha tratto le mosse dalle indagini svolte dal Fiod olandese, unità specializzata nel contrasto delle frodi finanziarie ed economiche, nei confronti di un'organizzazione transnazionale attiva in Italia e Olanda e con interessi ramificati in diversi Stati, tra cui le Isole Vergini Britanniche, Bahamas, Svizzera e Principato di Monaco, facente capo a due imprenditori originari dei Paesi Bassi, i
quali si sono prestati, utilizzando alcune società riconducibili al proprio gruppo societario, ad emettere fatture per operazioni inesistenti di importi rilevantissimi,
triangolate con società con sede in paradisi fiscali, al fine di permettere la fuoriuscita di capitali dai Paesi dove erano ubicate le società destinatarie delle fatture.

L'inchiesta é coordinata a livello europeo dall'unità di cooperazione giudiziaria Eurojust. Fra i destinatari della fatture false emesse dall'organizzazione con base in Olanda, sono emerse due aziende palermitane che, grazie all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 12 milioni di euro e alla contabilizzazione delle fittizie movimentazioni di denaro, hanno potuto costituirsi all'estero riserve finanziarie
occulte nel complesso ammontanti a circa 14 milioni di euro, trasferite su un conto corrente acceso presso un istituto bancario del Principato di Monaco formalmente intestato a una società off-shore con sede nelle Bahamas, ma risultato, di
fatto, nella disponibilità dei titolari delle imprese palermitane.

Tre i sistemi utilizzati. Con il primo, in occasione della cessione di navi per il trasporto di idrocarburi da parte di una delle imprese palermitane, é stata fatta figurare una falsa intermediazione da parte di una società olandese che, per questo, ha emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti della prima per circa 3.400.000 euro, effettivamente incassati ma poi trasferiti, in virtù di un simulato accordo di agenzia, sul conto corrente di una società bahamense, risultata essere di fatto nella disponibilità delle imprese siciliane. Con il secondo sistema, la stessa società olandese ha emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 10.000.000 di euro nei confronti delle società palermitane in relazione ad una simulata joint-venture, che prevedeva la
condivisione al 50% degli utili e delle perdite relativi alla gestione commerciale di tre navi date in noleggio dalle stesse società siciliane; la società olandese, una volta ricevuta la somma di denaro, l'ha poi trasferita sul conto intestato alla stessa società off-shore.

Nel terzo sistema infine, alcune società olandesi si sono fittiziamente inserite, sempre
mediante fatture per operazioni inesistenti, nei lavori connessi ad un appalto per la costruzione di 12 navi presso i cantieri di una società coreana interamente eseguiti dalle
imprese palermitane, incassando 1.300.000 euro a titolo di benefit da terze imprese fornitrici di servizi, che invece dovevano essere corrisposti alle società italiane; pure in tal caso, le somme incassate sono state poi girate sul conto corrente della società delle Bahamas di fatto riconducibile alle imprese nazionali.

Riscontri sono stati ottenuti nell'ambito di una rogatoria internazionale in Svizzera presso un professionista elvetico che ha curato gli interessi delle imprese siciliane nella costituzione della società con sede nelle Bahamas.

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