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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2013 alle ore 14:53.

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Pellegrini, dopo l'exploit la finale decisiva: stasera in vasca per tentare una nuova impresa nei 200 stile

Federica Pellegrini risponde alla regola non scritta dei campioni di ogni tempo. Per loro, per i fuoriclasse dello sport di ogni disciplina e latitudine, la gara non rappresenta mai il fine ultimo di una carriera, bensì una tappa del percorso da affrontare con gioia e ottimismo. Perché in fondo il divertimento viene prima di tutto, anche quando in ballo ci sono trofei da prima pagina e compensi da favola. Ieri il delfino di Mirano ha messo tutti in fila nelle semifinali dei 200 stile libero. Ai Mondiali di Barcellona, appuntamento imprescindibile per i grandi protagonisti del nuoto internazionale, è riuscita a richiamare su di sé l'attenzione della stampa di casa nostra. A lei, alla Federica tricolore, il migliore prodotto di sempre del nuoto italiano, è stato affidato il compito - più o meno dichiarato, più o meno evidente - di coprire i guai del nuoto azzurro, affondato nelle acque della città spagnola tra delusioni e problemi che non riescono ancora a trovare giustificazione. E dire che non avrebbe dovuto nemmeno scendere in vasca.

Proprio così. La Pellegrini è andata a Barcellona con l'idea di gareggiare soltanto nei 200 dorso e nelle staffette di squadra. Perché voleva prendersi una pausa dalla disciplina che l'ha resa popolare in tutto il mondo. Perché a furia di vincere e di dover rispondere con i risultati alle critiche di chi da tempo la giudica più sensibile ai divertimenti fuori dalla piscina che alle carriera in vasca si può perdere l'entusiasmo e la voglia di guardare avanti con serenità. Poi, è arrivata la chiamata del suo tecnico Philippe Lucas, che le ha chiesto di misurarsi anche nei 200 stile libero. Così, giusto per dimostrare a tutti, colleghe comprese, che la Fede nazionale c'è e non ha alcuna intenzione di abdicare. Lei ci ha pensato un po' su e poi ha dato il suo ok, che è finito in un amen sulle pagine di tutti i giornali. Confidava che rimanesse un segreto da svelare poco prima della batteria di qualificazione. Ma è andata diversamente.

Terza in batteria e prima in semifinale. Con un tempo, 1'55"78, da applausi a scena aperta. Decisamente più basso di quello che le permise di vincere l'argento alle Olimpiadi di Atene del 2004, ma pure dei tempi che ai Mondiali 2005 e 2007 le fecero conquistare altre due medaglie (nell'ordine, argento e bronzo). Vero, nel 2011 a Shangai riuscì a piazzare in finale un 1'55"58 che le consentì di confermarsi campione del mondo, ma era un'altra storia. Perché per raggiungere quel risultato la Pellegrini si era allenata per una stagione intera, come da tradizione. A Barcellona, invece, no. In Spagna la campionessa veneta ci è andata con l'obiettivo di fare bene in un'altra specialità. E nei mesi precedenti si è misurata quasi esclusivamente sul dorso, che fa storia a sé rispetto al libero. «Il gioco continua, voglio viverla a cuor leggero», ha detto dopo la semifinale. Senza ansie da prestazione, senza promettere nulla.

«Questo è un tempo che non mi sarei mai aspettata. Essere in finale così dà buone sensazioni. Questa è una gara non preparata, senza pressione o aspettative», le parole della fuoriclasse che nel pomeriggio (diretta ore 18,32) darà l'assalto alla medaglia più importante. Dicono che in realtà abbia voluto prendere per il naso un po' tutti. Che nei mesi scorsi i 200 sl li abbia preparati, forse più e meglio dei 200 dorso. Perché altrimenti non si spiegherebbe una simile prestazione. Ipotesi possibile, certo. Ma non probabile. Perché la Pellegrini detta legge nel libero da quasi dieci anni e quando si è padroni di un talento così cristallino basta poco per ritornare a ruggire. Insomma, Fede c'è. È in forma e sa di poter fare bene. Lo sanno le sue avversarie, lo sanno pure i bookmakers, che nelle ultime ore hanno rivisto in ribasso le quote che la danno vincente. Per bwin, ad esempio, l'oro sarà una questione a due tra lei (2,50) e la statunitense Franklyn (2,35). Comunque vada, la Pellegrini si divertirà. Come quando, appena quattordicenne, divenne improvvisamente grande ai campionati italiani estivi. I fuoriclasse, quelli veri, si riconoscono dal sorriso.

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