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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2013 alle ore 13:13.

Il precedente della Cassazione sull'abuso del diritto

L'abuso del diritto non basterà da solo alla Cassazione per confermare la condanna a 4 anni di carcere e cinque di interdizione ai pubblici uffici (già "ridotti" a tre dal Procuratore generale) per Silvio Berlusconi. Parola della Cassazione.

Attenzione: la suprema Corte non si è ancora pronunciata sul caso che sta tenendo in sospeso tutta la politica italiana. Giusto ieri, però, mentre l'avvocato Coppi nell'arringa difensiva sosteneva che le attività di Mediaset alla base della condanna potevano al massimo configurare un «abuso del diritto» senza contrasto con misure anti-elusive, la Terza sezione penale della Cassazione depositava una sentenza che pare offrire un assist alle tesi di Coppi. La sentenza (33187/2013) parla naturalmente di tutt'altro, la coincidenza è figlia della casualità, ma il parallelo è parecchio interessante.

I giudici della Terza sezione si erano occupati di un'azienda che aveva presentato dichiarazioni fiscali fantasiose, per pochi euro e solo per evitare i controlli automatizzati, e poi le avevano integrate con altri dati ugualmente lontani dalla realtà dei conti. Il tribunale aveva condannato i contribuenti per abuso del diritto tributario, perché erano stati violati i principi di «buona fede» e «correttezza» che devono ispirare la condotta dei contribuenti secondo l'articolo 10 del loro Statuto (legge 212/2000). E qui è intervenuta la Cassazione.

I comportamenti elusivi, spiega la suprema Corte, possono avere rilevanza penale, ma solo quando determinano la violazione di norme antielusive specifiche e codificate dalla legge. Contestare il solo abuso del diritto, cioè la messa in atto di comportamenti che mirano solo a ottenere un risparmio fiscale e non poggiano su altre giustificazioni economiche, non basta.

Coppi, da navigatissimo primattore delle aule giudiziarie (tra le sue tante performance basta ricordare il processo Andreotti con Giulia Bongiorno), con tutta probabilità non conosceva la pronuncia, depositata mentre lui era al Palazzaccio ma in tutt'altre faccende affaccendato, ma ha sostenuto in pratica la stessa tesi: a breve, sapremo se i giudici sono della stessa opinione.

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