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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2013 alle ore 08:26.

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ROMA.
Governo battuto a sorpresa sulla modifica della sagoma degli edifici nei casi di demolizione e ricostruzione. Venerdì notte è stato approvato dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali un emendamento della senatrice Pd Lucrezia Ricchiuto che cancella una delle semplificazioni-chiave del decreto legge del fare. Si torna all'antico: per ricostruire un edifico cambiandone la sagoma sarà necessario il permesso di costruire; l'intervento semplificato con Scia che il decreto legge prevedeva e la Camera aveva approvato con molta sofferenza salta. A votare l'emendamento il Pd e il Movimento Cinque stelle. Chi pensa a un segnale politico al Governo e al Pdl è confortato dal fatto che la presentatrice dell'emendamento è una dei tre dissidenti del Pd che avevano votato la sfiducia ad Angelino Alfano.
Lo schiaffo delle commissioni è soprattutto al ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che alla Camera si era battuto per far passare la norma. Dopo due giorni di scontro, ne era venuto fuori un compromesso con il pd Morassut che prevedeva di salvare la semplificazione nei centri storici, a condizione che il comune deliberasse esplicitamente le zone in cui questo era possibile.
Compromesso azzerato ieri. La norma è molto complessa. In sostanza il Dl spostava dalla categoria «ristrutturazione urbanistica» a quella «manutenzione straordinaria» l'intervento di demolizione e ricostruzione con modifica della sagoma. Prima del Dl era compresa nella «manutenzione straordinaria» - e così torna a essere con la conversione del decreto - la demolizione e ricostruzione con volumetrie e sagoma invariate, mentre apparteneva alla categoria della «ristrutturazione urbanistica» la demolizione e ricostruzione in cui uno di questi due elementi (volume e sagoma) fosse modificato. La norma azzerata consentiva di mutare sagoma restando nella «manutenzione straordinaria».
La differenza sul piano pratico non è di poco conto (anche se bisognerà valutare le incongruenze che restano nel decreto per la permanenza di alcune norme accessorie). Per la «ristrutturazione urbanistica» occorre - secondo il TU dell'edilizia e gran parte delle leggi regionali - il rilascio da parte del comune del permesso di costruire. Per la «manutenzione straordinaria» si può invece procedere con Scia (segnalazione certificata di inizio attività), avviando i lavori 60 giorni dopo aver presentato domanda.
Nella seduta notturna di venerdì le commissioni hanno approvato anche modifiche su imprese e Pubblica amministrazione. L'esame riprenderà domani mattina con l'obiettivo di un rapido via libera, perché il testo è atteso in Aula nel pomeriggio. Da segnalare l'accantonamento di diversi temi caldi, a partire dall'emendamento del governo sul tetto agli stipendi dei manager sul quale manca l'accordo nella maggioranza. Accantonato anche l'emendamento per le agevolazioni fiscali alle tv locali.

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